Moda

Dic 06 DARIO VITALE LASCIA VERSACE: LA METEORA

Il terremoto in casa Versace arriva a poche ore da uno dei passaggi più significativi nella storia recente della maison. Dario Vitale, nominato direttore creativo nel marzo 2025, lascia il suo incarico con effetto 12 dicembre, appena due giorni dopo l’annuncio dell’acquisizione di Versace da parte del Gruppo Prada per circa 1,25 miliardi di euro. Una tempistica che, da sola, racconta molto. La maison ha comunicato la notizia parlando di “scelta condivisa”, ringraziando Vitale per il lavoro svolto nella fase di transizione. Ma per chi osserva il settore, l’uscita rapidissima di una figura chiamata solo pochi mesi fa a ridisegnare il linguaggio estetico della casa italiana non può essere letta come un semplice avvicendamento. E le voci circolavano già da mesi.

Vitale, arrivato da Miu Miu dove era design & image director, aveva debuttato a settembre con la sua prima collezione Versace. I bene informati dicono che non si aspettava di ritrovarsi ancora a lavorare per il gruppo Prada, la sua era stata una scelta voluta. Il suo lavoro era visto come un tentativo di portare Versace verso un terreno più contemporaneo, meno legato all’immaginario iper-glamour e muscolare degli anni d’oro, ma più allineato ai linguaggi attuali della moda internazionale non è piaciuto.

Secondo le analisi internazionali (Reuters, The Guardian, AP News), la decisione riflette la volontà del nuovo gruppo controllante di ridefinire strategia, estetica e governance. In altre parole: la direzione inaugurata da Vitale non coincideva con le priorità del nuovo capitolo Versace.

Per Versace si apre ora una fase delicata. Il prossimo direttore creativo dovrà affrontare una doppia sfida: preservare l’heritage costruito da Gianni e custodito per decenni da Donatella Versace e rispondere alle nuove esigenze strategiche di Prada, che punterà inevitabilmente a integrazione, efficienza e coerenza estetica all’interno del gruppo.

Quanto a Dario Vitale, la curiosità è alta: la sua esperienza, il suo background e il suo profilo internazionale lo rendono uno dei direttori creativi più osservati del momento. Fonti del settore parlano di possibili ruoli da consulente creativo o della nascita di un progetto indipendente. Certamente la sua, come quella di Sabato de Sarno, sono carriere meteore che dimostrano che le acquisizioni incidono non solo sui bilanci ma anche sulle identità creative.

(immagine creata con AI e pubblicata sul profilo dello studio @catturaproduction

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