Moda

Giu 12 ADDIO A SILVIO BERLUSCONI: LO RICORDIAMO CON I SUOI LOOK PIU’ ICONICI

di Cristiana Schieppati

E’ appena arrivata la notizia che è mancato Silvio Berlusconi è stato uno dei più importanti imprenditori italiani, uno dei politici italiani più noti degli ultimi decenni, ma la sua influenza non si è limitata solo alla politica. Il magnate dei media è stato anche un’icona di stile, con una passione per l’abbigliamento elegante (il doppiopetto blu era firmato Caraceni) i suoi look erano curati da Miti Simonetto. Alcuni capi sono diventati iconici , come la cravatta di Marinella, la sciarpa bianca , la mantella con cui a volte si presentava allo stadio per vedere il suo Milan e la bandana legata in testa con cui si presentò in Sardegna in occasione di una passeggiata a Villa Certosa insieme a Tony Blair (la foto fece il giro del mondo). I cappelli strategicamente utilizzati per coprire la calvizie: il panama, il Borsalino, il cappellino da baseball, il cappello da cowboy bianco e anche il colbacco quando si recava in Russia a trovare Putin. Ma anche le scarpe erano per lui un dettaglio non indifferente che faceva fare su misura con un rialzo all’interno per sembrare più alto, uno dei suoi tanti complessi. Negli ultimi anni aveva adottato un look più informale, forse ispirandosi a Sergio Marchionne. Polo o t-shirt blu, maglioncino in cashmere a volte solo una camicia bianca portata un po’ aperta e con i risvolti alle maniche (quando cantava con Apicella) Berlusconi è stato anche al centro di molte polemiche legate alla moda, come quando ha indossato una giacca con la bandiera italiana, o quando ha indossato una giacca di pelle al G8 di Genova. “È tutta colpa di Berlusconi.” fu il titolo di un articolo in cui la giornalista Suzy Menkes sull’International Herald Tribune criticava le sfilate in cui gli stilisti, a suo parere, avevano fatto sfilare abiti da veline. Lo ricordiamo con questa frase di Beppe Severgnini “Spiegare Silvio Berlusconi agli italiani è una perdita di tempo. Ciascuno di noi ha un’idea, raffinata in anni di indulgenza o idiosincrasia, e non la cambierà. Ogni italiano si ritiene depositario dell’interpretazione autentica: discuterla è inutile. Utile è invece provare a spiegare il personaggio ai posteri e, perché no?, agli stranieri. I primi non ci sono ancora, ma si chiederanno cos’è successo in Italia. I secondi non capiscono, e vorrebbero. Qualcosa del genere, infatti, potrebbe accadere anche a loro.

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