Moda

Giu 18 BLAZÉ MILANO: COLLEZIONE RESORT 2025 MEDITERRANEAN SUITE

Nell’aria si spandono odori di macchia mediterranea, profumi che arrivano dagli agrumeti poco distanti, portati dalla brezza del tramonto e ammorbiditi da note di muschio e rosmarino. Le note di una chitarra lontana riverberano tra Iskele e Pafo, mentre sul patio di un’antica villa a strapiombo sul mare, una donna rilegge le poesie di Vasilis Michaelides. Indossa uno chemisier in creponne di seta dall’effetto plissettato di un color rosa scurito dalla sabbia delle spiagge di Yannakis, sulle quali sponde Blazé Milano si è lasciato condurre per la collezione Resort 2025. 

Alla ricerca di un’essenza mediterranea che si fonde e confonde con influenze che arrivano dal vicino Oriente, la stagione calda in un’isola distante dalle solite rotte diventa lo scenario perfetto nel quale dar vita ad una collezione tinta di nuance delicate come beige, burro, avana e azzurro polvere, ravvivate da accenni di bronzo, corallo e ambra. Un approccio cromatico materico che guarda alle opere di design di Gabriella Crespi, definendo una femminilità precisa, seppur sfuggente, come nel blazer Lovat, monopetto in seta senza revers. La donna Blazé si muove così, in silenzio tra i dedali di corridoi del Buyuk Han, l’antico caravanserraglio nella parte nord di Nicosia, oggi convertito in vivace area commerciale. Cerca spezie oppure antichi monili da abbinare alla sensualità rigorosa del blazer Ares color melanzana, ispirato alle vecchie divise militari, spalle larghe e linee che si stringono sui fianchi, revers morbido e manica larga che regala l’illusione del raglan. 

Come in un quadro di Patrick Procktor, sorseggia rilassata una limonata in un bar di Lemesos, assaporando l’aria salmastra, prima di ripararsi dal sole sotto il porticato, alla ricerca di polverosi rigattieri. Indossa uno short in cotone ampio e il bomber Clio in drill di cotone che tradisce la sua identità attraverso il dettaglio delle Smiley Pocket, cifra distintiva dei capi Blazé. Consapevole dei climi umorali dell’isola, nel suo armadio conserva un parka con cappuccio in lino spalmato impermeabile che indossa sopra il minidress in misto seta e viscosa dalle maniche a palloncino. A caratterizzarlo, un motivo gessato che rimarca la perfetta unione tra l’alfabeto stilistico maschile e la vezzosità di chi gioca intelligentemente con gli stereotipi del femminile. 

La sua lunga storia d’amore per il denim trova in questa ambientazione nuova linfa vitale, declinandolo su cinque tasche regular e Berber shirt con stampa maculata da indossare per visitare l’antico villaggio di Choirokoitia, sognando di nuovi viaggi e antiche dinastie, per poi ritornare nel suo buen retiro in tempo per l’ora dell’aperitivo. Annodata al fianco, la camicia Narciso, a ricordare certe tuniche drappeggiate delle antiche divinità pagane. Indossa pantaloni dal taglio dritto in morbido suede e si versa nel calice un bicchiere di Commandaria, lo stesso passito che sorseggiava Esiodo molti secoli prima e che aveva allietato lo sposalizio di Riccardo Cuor di Leone, che lo chiamò “il re dei vini”. Guardando dal suo patio la spiaggia di Afrodite, si chiede se restare o ripartire, seguendo quella scia di note floreali e accenti muschiati che ha respirato in riva al mare la prima volta che è sbarcata sull’isola, molti anni fa. La risposta, probabilmente, arriverà solo alla fine di questa nuova, calda estate. 

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