Moda

Set 18 BLAZE’ MILANO: FLEUR DE SABLE

Lontana dalle certezze stolide, incline ad esplorare le infinite possibilità che la stagione calda offre: per l’estate 2025 la donna BLAZÉ Milano si muove tra le isole del Mediterraneo, spingendosi al confine tra Europa e Oriente, tra apollineo e dionisiaco.

Osservando l’azzurro dell’acqua che si fonde con il cielo terso, rivolge lo sguardo all’orizzonte, indossando la camicia Gaia colorata di un rosa antico che si intreccia in vita, avvolgendosi al corpo.

Amante delle texture inattese, capaci di creare illusioni ottiche e schiudere nuove opportunità, si muove tra le rovine di antichi santuari, giocando con le ombre proiettate dalle colonne doriche, nel bolero Shamo, presentato nel tessuto Gipsy Moth, una particolare combinazione di materiali che ricorda gli intrecci della rafia, regalando al capospalla una mano lucida, quasi a sembrare una trama artigianale. Nella stessa texture si declina la gonna Appaloosa, mini svasata sul fondo con abbottonatura centrale, mentre il lino si arricchisce di leggere venature fiammate, trasportandosi su raffinati abiti chemisier. Attenta a sintonizzarsi con colori e umori del luogo, la palette cromatica di stagione predilige colori naturali, mandorlati, nocciola, burro e rosa antico, con delle eccezioni riservate al rosso corallo, nel quale si accendono camicie cropped, pantaloni Basque con pence frontali e fascia sartoriale in vita, così come vestiti sottoveste Novalis in misto raso e viscosa, adatti alle serate nelle quali la donna Blazé si muove da sola tra i locali della città vecchia, sedendosi al bar per ordinare un Paloma. Le gonne, rigorose eppure seducenti, sembrano allacciarsi in vita, a ricordare la foggia di un pareo, come nel caso della Konik, gonna midi con profondo spacco centrale in una viscosa lucida, con la consistenza tattile suadente del raso.

Abbastanza incurante delle regole che tentano di definire il galateo sartoriale, mescola e confonde daywear e completi da sera, traduce il denim su una stampa maculata, indossa il Lovat blazer, monopetto a tre bottoni, sopra la pelle nuda, trasforma le camicie Berber nel tessuto Sheena Tan – una viscosa lucida che disegna un delicato motivo a quadri – in minidress e solletica il suo lato più femminile reinterpretando i motivi sartoriali con completi gessati nei toni dell’avana. Al posto delle più ingessate camicie, sotto i blazer indossa polo in seta e cotone, mentre, con la sua copia del libro illustrato di Georgia O’Keeffe sotto braccio, si muove tra i dedali delle strade intorno al porto vecchio.

Un’apparente nonchalance, la sua, che ripone fiducia nei dettagli precisi, minimali, ma capaci di delineare la sua personalità: le Smiley pocket che definiscono il brand fanno capolino sui blazer, così come nel Cleo bomber, eccezionalmente declinato su tessuto, invece che nella classica pelle. I bottoni in vinaigrette con effetto tartarugato hanno i bordi dorati a contrasto e sul centro, incisi al laser, si ritrovano i cavallucci protagonisti del logo del brand, come nella sahariana in suede.

E quando decide di brillare di luce propria, poco importa che sia giorno o sera, cocktail o colazione, sceglie la morbidezza delle paillettes color burro dell’Anytime blazer con bordi a contrasto e dei pantaloni Trombette, nuovo modello leggermente svasato sulla caviglia. Perché in estate, navigando nel Mediterraneo, tutto può succedere, e nessuno lo sa meglio di Blazé.

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