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Giu 03 BRUNELLO CUCINELLI: I PRIMI RISULTATI DELLO STUDIO CON L’UNIVERSITÀ DI PERUGIA

Redazione

La prima fase del progetto di ricerca fra l’Università degli Studi di Perugia, la Brunello Cucinelli S.p.A. e l’USL di Perugia, si è conclusa mettendo in evidenza quanto sia fondamentale e utile per la comunità monitorare l’eventuale contagio e cercare i portatori asintomatici di Covid-19 al fine di controllare il rischio di contagio da coronavirus alla ripresa delle attività lavorative.          Lo studio guidato dalla Professoressa Antonella Mencacci e che vede coinvolti anche ricercatori di fama internazionale prevedeva due fasi: all’inizio, l’esecuzione di tampone e test sierologico per tutti i dipendenti, per individuare eventuali portatori asintomatici o pregresse esposizioni al virus; successivamente, il loro monitoraggio periodico, sino al termine della pandemia.

Il progetto di ricerca dell’Università degli Studi di Perugia “Valenza delle diverse strategie diagnostiche per il controllo del rischio di infezione dei lavoratori nella fase 2 dell’epidemia da Covid-19” oltre agli obiettivi specifici di controllo per i lavoratori, sta contribuendo anche alla ricerca attiva di casi asintomatici nella Regione. Non appena viene riscontrato un esito positivo in un lavoratore sottoposto a tampone, lo stesso viene immediatamente comunicato al Dipartimento di Prevenzione della USL di Perugia, e attraverso il Servizio di Igiene e Sanità Pubblica, si procede al contact tracing, all’isolamento dei contatti stretti, sia familiari che lavorativi, e alle procedure diagnostiche successive. Tale progetto, inserito nell’attività regionale di contenimento dell’epidemia da SARS-CoV-2, ha già permesso di identificare alcuni casi positivi asintomatici e i relativi contatti che, altrimenti, proprio perché privi di sintomi, non sarebbero stati intercettati.”

Brunello Cucinelli: «Quella cui abbiamo deciso di partecipare assieme alla nostra Università e  alla USL di Perugia, è qualcosa che prima di tutto ci ha permesso di ritornare al lavoro con meno apprensione, dopo un lungo tempo caratterizzato da angoscia, paura e speranza. Vorremmo considerare tutto questo una sorta di nobile missione per la cura del corpo, ma senza dubbio anche una missione per la cura dell’anima. Nell’VIII Lettera a Lucilio il mio amato Seneca confessa che per lui le “oneste consolazioni dello spirito ebbero anco forza di medicina” e così vogliamo immaginare la seconda fase dello studio, come il completamento di un servizio per il bene della nostra umanità tutta».

 

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