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Mar 30 #CALCIOLAND-L’ASSOCALCIATORI FAVOREVOLE AL MODELLO JUVE MA ALCUNI PRESIDENTI NON CI STANNO

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Il sindacato calciatori (AIC) prende oggi una posizione precisa relativa al taglio degli stipendi chiesto dalle società di tutte le categorie professionistiche. Nella giornata odierna è in programma una riunione congiunta con la Lega Calcio, ma il presidente dell’Assocalciatori, Damiano Tommasi, ha già anticipato la propria posizione: “ In casa Juventus hanno voluto affrontare la questione prima di altri e sono arrivati alla conclusione, con piena soddisfazione di tutti”. La soluzione adottata prevede che non vengano pagati quattro mesi di stipendio (marzo, aprile, maggio e giugno) con l’accordo che, in caso di ripresa del gioco a giugno, due mesi di ingaggio vengano spalmati negli emolumenti della stagione 2020-2021. L’accordo raggiunto con i propri giocatori consente alla Juventus alcuni importanti benefici: risparmiare sul monte ingaggi circa 90 milioni; questi soldi risparmiati non andranno a bilancio sulla stagione finora disputata perciò la Juventus avrà una bella cifra per il futuro mercato estivo. Tuttavia alcuni presidente della Serie A, secondo il Corriere della Sera, non hanno preso molto bene l’iniziativa della Juventus definendola “un escamotage per sistemare il bilancio”. Come dire che la Juve avrebbe giocato d’astuzia per aggirare, nella prossima campagna acquisti, il Fair Play economico dell’Uefa.

Quest’accordo fra Juve e giocatori sarà, però, il modulo che l’AIC presenterà nel suo ai vertici della Lega di Serie A. Dice Tommasi: “Partiamo dall’ipotesi peggiore, e ciò vuol dire prepararsi all’eventualità che i campionati vengano decretati chiusi. In questo caso l’accordo raggiunto dalla Juve mi pare una base di partenza. L’accordo raggiunto chiude qui la stagione, rispetto a ciò che si deve percepire. Se si tornerà a giocare a giugno e oltre giugno, le spettanze rientreranno nel contratto successivo. È una pattuizione di massima, perché ci sono giocatori in scadenza, altri che stanno per rinnovare, altri in partenza sicura, altri ancora in trattativa. Ogni situazione individuale andrà adeguata. La nostra posizione è chiara: è difficile stabilire condizioni per il futuro, in assenza della certezza di ricominciare”.

Ma se la ripresa della stagione non sembra ancora troppo vicina le squadre stanno cercando di cautelarsi con i propri giocatori. Chi se n’è andato fuori dall’Italia per raggiungere le famiglie viene richiamato. L’Inter, ad esempio, qualche giorno prima di Pasqua richiamerà a Milano tutti i suoi giocatori compresi i sette stranieri (Brozovic, Handanovic, Eriksen, Lukaku, Godin, Ypung e Moses) che avevano lasciato l’Italia. Una decisone presa per due motivi: Conte non vuole correre rischi, rispetto ad altre squadre, sulla corsa al recupero della condizione fisica; evitare eventuali decisioni delle altre Nazioni in caso di evoluzione del Coronavirus nel mondo senza correre il rischio di ritrovarsi, poi, senza la possibilità di richiamare i giocatori.

 

 

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