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Nov 02 CON L’AIUTO DEL SOLE

di Carlo Sidoli

La “trasformazione” della luce del sole in energia elettrica tramite i pannelli fotovoltaici ha veramente un che di meraviglioso. Di per sé lo sarebbe anche solo come fenomeno scientifico ma, dato che l’energia (elettrica) che si può ricavare durante la lunga vita utile di un pannello è assai maggiore di quella che è stata necessaria per fabbricarlo, c’è anche un interessante risvolto economico. Naturalmente ciò si riferisce a condizioni medie d’impiego favorevoli, cioè in ambiente opportunamente soleggiato. Si calcola che un impianto domestico autonomo ben realizzato e proporzionato si ripaghi in un periodo di 5-10 anni, tenendo conto che i pannelli durano approssimativamente 25 anni, l’inverter 10 anni e le batterie 12 anni. I mezzi di trasporto sono, sotto certi aspetti, delle case viaggianti; con la differenza che l’energia serve soprattutto per alimentare i motori di cui sono dotati, anziché per l’illuminazione interna e per i servizi. Pertanto si potrebbe pensare che un veicolo elettrico tragga grande giovamento munendosi di una serie di pannelli opportunamente piazzati per ricevere la luce del sole. I problemi nascono considerando che la luce solare è intermittente: non arriva sulla Terra con continuità sicché spesso i pannelli si trovano al buio (durante la notte e nelle zone d’ombra) e inoltre quasi sempre non hanno l’inclinazione ottimale rispetto ai raggi solari, il che non permette di sfruttarli al meglio. Inoltre la luce solare è diffusa; teniamo presente che un metro quadro di pannello fotovoltaico può fornire un’energia limitata, essendo la sua potenza media dell’ordine di poche centinaia di watt. Una serie di pannelli, quanti ce ne possono stare sul tetto di un veicolo, se collegati direttamente ai motori elettrici di trazione non riuscirebbero neppure a muoverlo (o, meglio, a tenerlo in movimento); viceversa, se collegati a un pacco di batterie, possono dare il loro contributo ai fini del livello di carica. In altri termini la potenza fornita dai pannelli non è mai superiore a quella necessaria per muovere il veicolo. Fanno eccezione alcuni velivoli sperimentali i quali, grazie alla loro leggerezza (sono costruiti con materiali speciali assai costosi) alle loro sagome esagerate interamente rivestite di pannelli (per parcheggiarli occorre l’area di un campo di calcio) e al fatto che essendo in volo possono evitare le zone d’ombra e procedere ad una velocità stabilizzata, hanno la capacità, in linea teorica, di volare indefinitamente; non fosse che le esigenze dei piloti e le soste tecniche per controlli e manutenzione li costringono almeno ad un atterraggio quotidiano. Per questi aerei tappezzati di pannelli il sole fornisce la potenza necessaria e spesso un quantitativo sovrabbondante, il cui esubero viene inviato alle batterie (anche qui devono esserci) come riserva per i momenti in cui il sole non è sufficiente. Ma, tornando ai nostri veicoli “terrestri” con pannelli fotovoltaici sul tetto (o a formare il tetto), l’unica condizione in cui l’energia solare è superiore alle esigenze si verifica quando essi sono fermi; i pannelli esposti al sole sono allora in grado di caricare le batterie e far funzionare gli ausiliari. A causa della limitata potenza dell’elettricità fotovoltaica occorrerebbero giorni per “fare il pieno solare” alle batterie di una vettura elettrica, per cui il ricorso alle colonnine di rifornimento è inevitabile. Il contributo dei pannelli all’alimentazione di un veicolo elettrico è dunque marginale ma, ovviamente, desiderabile (compatibilmente con i costi) ed è tanto maggiore quanti più pannelli esso può ospitare e quanto più rimane esposto al sole. Con queste considerazioni è parso ragionevole sperimentare il fotovoltaico sui camper, che hanno grandi superfici esposte, viaggiano a velocità ridotte, sostano a lungo nelle aree di destinazione. Un esempio è lo “Stella Vita” dell’università di Eindhoven (NL) che si muove esclusivamente ad energia solare. Partendo col “pieno” (due giorni fermo esposto al sole) ha un’autonomia di 600 km che passano a 730, se il tempo è bello. Muovendosi a tappe di 300 km/giorno ha percorso 2000 km in una settimana. Che il Cielo (non solo in senso meteorico) l’assista.

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