C’è una luce, a Roma, che non si trova altrove. Una lentezza naturale che non è immobilità, ma respiro. Una città dove il tempo non si ferma, ma si prende il lusso di mostrarsi con grazia. Forse è anche per questo che il legame tra Roma e la moda è qualcosa che va oltre il sistema, oltre le collezioni: è un sentimento.
Con questa città ho avuto sempre un feeling speciale, da piccola trascorrevo qui Pasqua perché mio padre aveva la sede di una società e così le vacanze si allungavano di qualche giorno per permettergli di gestire i suoi affari. Ricordo il Teatro Sistina a vedere Gloria Guida e Johnny Dorelli nel musical “Accendiamo la lampada” , erano gli anni ’80, io piccolissima rimasi sconvolta nel vedere il seno di Gloria Guida mostrato davanti al pubblico. Poi ci andai in gita in quinta elementare e svenni sotto il sole in Piazza San Pietro mentre il Papa leggeva l’Angelus, era Giovanni Paolo II. Tornai spesso negli anni del liceo a trovare Justine Bellavita, eravamo diventate amiche all’isola d’Elba, dove i nostri padri, entrambi giornalisti, venivano invitati al torneo di tennis organizzato da Land Rover. Lei oggi è caporedattrice web iOdonna e Amica, io caporedattrice di me stessa… alle fine quei gelati al muro torto ci hanno portato un po’ sulla stessa via.
Crescendo sono stata sempre convinta che avrei sposato un romano e così è stato. 12 anni dopo, con la fine del mio matrimonio, ho preso le distanze da questa città, quasi a voler lasciare alle spalle tutto il passato. Eppure la romanità è tornata anche nella mia nuova vita familiare, dove insieme al mio compagno abbiamo tanti figli quanti i Cesaroni!
La moda non mi portava più nella città eterna così spesso, l’Alta Moda era morta e gli eventi erano rarissimi. Eppure è qui che si incontra la storia, che un particolare può diventare un gesto teatrale, che un vestito può trasformarsi in racconto.
Non a caso il 27 maggio Dior presenterà la collezione Cruise 2026 in una location d’eccezione, dove tre tir hanno già scaricato di tutto per creare l’allestimento. La maison francese ha scelto Villa Albani Torlonia, uno dei luoghi più affascinanti e inaccessibili della capitale, per ospitare una sfilata che promette di fondere arte, storia e alta moda. Sarà molto probabilmente l’uscita di scena di Maria Grazia Chiuri che, voci sempre più insistenti, danno in arrivo da Fendi. Per la serata è stato chiesto alle signore un total look bianco, forse per contrastare il rosso Valentino protagonista della mostra che la Fondazione Valentino Garavani e Giancarlo Giammetti ha inaugurato al civico 23 della storica Piazza Mignanelli, a pochi passi da Piazza di Spagna. Come non pensare a Pierpaolo Piccioli che da quella sede, dopo un periodo di riflessione e viaggio (l’India la sua grande passione e ispirazione) è ora a Parigi a firmare e definire tutte le clausole della sua collaborazione con Balenciaga? Lui, nato a Roma, che ha sfilato a Trinità dei Monti con il desiderio di omaggiare la sua città a cui è legato in maniera viscerale. Vive a Roma anche Alessandro Michele, sua città natale, che gli ha insegnato il valore del tempo e della bellezza. La vede anche come “un luogo complesso e contraddittorio, che può essere sia meraviglioso che crudele” così aveva dichiarato in un’intervista a La Repubblica.
E poi c’è chi, in questa città, ha scelto non solo di fare moda, ma di continuare una missione personale. Come Flavia Padovan che ha raccolto il testimone di un progetto familiare, nato dalla madre Marisa, appassionata e coraggiosa. Il suo stile raffinato, femminile, radicato nella romanità più luminosa, lei che per prima ha creato il beachwear. Tra le star che hanno indossato i suoi costumi: Audrey Hepburn, Catherine Spaak, Infanta di Spagna, Beatrice di Borbone, Virna Lisi, Gina Lollobrigida, Ursula Andress, per dirne alcune. La sua storia vive oggi attraverso chi porta avanti quel sogno con sensibilità, con coerenza, con affetto. In un tempo che corre, c’è ancora chi sceglie di custodire. E così quando mi ha invitata alla sua sfilata, dopo due anni da quando è mancata la mamma, non ho potuto fare a meno di venire. Flavia l’avevo intervistata nel format Guess who’s the Guest nel 2021 ( se volete rivedere intervista qui ), progetto che avevo creato ( se ci pensate tutti oggi fanno le interviste video , io già quattro anni fa…) con la collaborazione di Sabrina Iancinella per pubblicizzare il suo spazio Spiga15 che, nato poco prima che iniziasse la pandemia, necessitava di un po’ di visibilità.
Come vi dicevo sono andata a Roma per assistere alla sfilata alla Piscina dei Mosaici del Coni, sede esclusiva e riservata solo agli sportivi. Mentre al Foro Italico stavano ancora smontando gli allestimenti degli Internazionali di tennis, mi sono ritrovata in un’atmosfera rilassata, tutta diversa da quella a cui siamo abituati a Milano, pensavo alle varie sfilate in fashion week ai Bagni Misteriosi per fare un esempio.
Roma è teatrale, il suo snobismo è da salotto Felliniano, di lignaggio, di famiglia, di palazzi e terrazze con vista. Se a Milano mentre una persona sta entrando la frase tipica è “Mi dispiace ma al momento non è possibile entrare”, a Roma con sguardo languido e un accento calcato di dicono “Tesoro tu dove ti siedi?”. E così mi sono seduta vicino a Marisa Corbi, Eleonora Attolico, Ilaria Grillini, Mariella Milani, Patrizia Vacalebri e Titti Pedone, signora dei salotti, che agli eventi mondani non manca mai (Anna Franco mi mancavi solo tu!).
Ho rivisto con grande piacere Eliana Miglio, attrice ed ex modella, che se vi dovessi dire come ci siamo conosciute non ricordo, ma ci siamo da sempre simpatiche. Mi ha confermato che Roma è tornata protagonista. Questo è stato un anno centrale: grandi eventi, mostre internazionali come quella di Dolce & Gabbana, il ritorno delle maison per sfilare nella Città Eterna, il Giubileo e il nuovo Papa che ha messo la capitale al centro del mondo. La città è cambiata, migliorata, rinata in molti sensi. Anche grazie a chi ha continuato a crederci, a investire nella bellezza e nella cultura. A chi ha capito che Roma non si conquista, si ascolta. E così, a cena in una terrazza con vista Cupolone e profumo di gelsomino, mi sono ritrovata a sognare un nuovo progetto che potrebbe portarmi anche nella città eterna… chissà.
Umiltà e consapevolezza, questa la lezione che voglio apprendere da Giorgio Armani e dalla mostra all’Armani/Silos che celebra i 20 anni della sua alta moda. Sono 150 gli abiti scelti e messi personalmente dallo stilista ed esposti al pubblico fino a dicembre, la dimostrazione di una couture profondamente umana, che celebra senza ostentare, che mette l’abito al servizio della cultura. Ad omaggiarlo c’erano tutti, anche con una Milano bloccata da un temporale torrenziale, senza taxi, senza Uber, senza biciclette.
Quando la bellezza è una condizione permanente, come accade a Roma dove si respira ovunque, la vivi e basta. La moda è memoria in movimento, non è solo ciò che vediamo, ma ciò in cui ci riconosciamo. E’ un riflesso delle storie che ci attraversano, delle persone che incontriamo. Senza cultura la bellezza è superficie. Senza persone è silenzio. E’ forse questo il vero lusso oggi: saper vedere bellezza dove c’è umanità, contenuto e verità.
Torna presto !