Auto affilate come lame e leggere come libellule, monoposto ispirate alla tensione di un arco o alla grazia di una manta, scocche scolpite dal vento e interni pensati come estensioni del corpo umano. Sei concept car visionarie, nate dall’incontro tra una delle realtà più iconiche dell’ingegneria automobilistica italiana e il talento creativo della nuova generazione di car designer di IED Torino, interpretano la visione del futuro dell’auto sportiva per Dallara.Una sinergia che ha preso forma all’interno dei progetti di tesi del Triennio in Transportation Design, che ha invitato gli studenti a confrontarsi con una sfida ambiziosa e concreta: immaginare una nuova sportiva stradale ad alte prestazioni, che sappia incarnare e riprendere i valori fondanti del marchio emiliano — leggerezza, efficienza, semplicità, sicurezza e piacere autentico di guida. Il risultato è una collezione eterogenea e audace di proposte che esplorano architetture non convenzionali, soluzioni radicali e linguaggi fortemente identitari, dando vita a espressioni personali ma profondamente coerenti con lo spirito Dallara e restituendo un’immagine della sports car come esperienza immersiva.Questa collaborazione ha rappresentato per gli studenti un’occasione unica di confronto con un’importante realtà del settore, e per Dallara un’opportunità concreta per raccogliere nuove prospettive creative, alimentando il dialogo tra ricerca accademica e innovazione nel settore automotive.Tra le proposte, Icaro porta un’interpretazione poetica e rivoluzionaria dell’auto sportiva. Il progetto mette al centro il gesto del pilota, recuperando l’aspetto fisico e istintivo della guida. Le forme sono compatte, i materiali essenziali e trasparenti, le appendici meccaniche – ispirate ai flap degli ultraleggeri – reagiscono direttamente agli input del conducente. L’intero veicolo diventa estensione del corpo umano, evocando il sogno ancestrale del volo. Con riferimenti al Concorde, ai jet da combattimento, all’architettura di Calatrava e persino alle ali delle libellule, Icaro si fa manifesto di un’idea di mobilità che non è solo tecnica, ma anche emotiva e simbolica.Damocles si distingue per la sua impostazione inusuale: due posti disposti in tandem, dove il pilota e il passeggero sono allineati lungo l’asse longitudinale. Una scelta tecnica che riflette la volontà di ottenere un perfetto bilanciamento delle masse e una dinamica di guida senza compromessi. Il cuore del progetto è un motore quattro cilindri in linea, montato trasversalmente dietro il passeggero: una soluzione compatta e razionale che contribuisce a una distribuzione dei pesi equilibrata e a una risposta dinamica precisa e reattiva. Il design si sviluppa attorno a un nucleo centrale scolpito, con superfici tese e volumi affilati che trasmettono precisione, potenza e controllo.Equa, invece, nasce da suggestioni motociclistiche e dal mondo del sidecar racing, evolvendosi in una monoposto compatta – lunga meno di 4 metri – che definisce un nuovo segmento: la Mini-Hypercar. Il progetto fonde performance derivate dal mondo IndyCar con un design essenziale e scolpito, in cui ogni elemento ha una funzione chiara e mirata. L’abitacolo, ispirato all’ergonomia del tiro con l’arco, celebra la centralità dello sguardo e della concentrazione del pilota. Un Halo rivisitato come elemento strutturale e stilistico richiama l’universo racing e diventa simbolo della vettura.Type 3 esplora l’idea di una sportiva leggera e tecnica che dialoga con l’estetica del motorsport contemporaneo. Il progetto è costruito attorno a un telaio a vista in fibra di carbonio, con sospensioni esposte che rivelano la meccanica e ne esaltano il carattere funzionale. Il linguaggio formale è asciutto ed essenziale, con volumi compatti e superfici pulite. Elementi come le bocche d’aria in stile Formula 1, l’alettone posteriore removibile per i track day e una disposizione dei flussi pensata per il raffreddamento rapido dei freni completano un concept che unisce prestazioni, razionalità ed eleganza strutturale.Con Vortex, l’attenzione si sposta sulla trasparenza tecnica e sulla meccanica come elemento estetico. Il concept immagina una vettura da corsa, dotata di motore rotativo a tre rotori lasciato volutamente a vista, resa omologabile per l’utilizzo su strada. La struttura in fibra di carbonio e le soluzioni aerodinamiche ispirate agli animali marini e alla fisica dei fluidi – come i generatori di vortici e le superfici trattate – dimostrano un approccio scientifico e ingegneristico all’estetica. Il risultato è una macchina leggera, sotto i 750 kg, ma dal fortissimo impatto visivo e prestazionale.Infine, Supernova rappresenta la visione più estrema: una hypercar legale per la strada, pensata per piloti esperti e per chi cerca un’esperienza di guida pura e impegnativa. Ispirata alla forma della manta, la vettura adotta un telaio in titanio per ridurre al minimo il peso – solo 900 kg – e introduce la modalità “Supernova”, che libera tutta la potenza del motore fino a 800 cavalli, disattivando ogni funzione non essenziale. Il design organico, influenzato dalla natura, si fonde con un’anima tecnica e brutalmente efficiente.Il progetto di tesi ha offerto un’occasione di contaminazione tra mondo accademico e impresa, unendo la libertà creativa dei giovani designer con l’approccio rigoroso e performativo di Dallara. Il risultato è una serie di soluzioni originali che non solo riflettono l’identità del marchio emiliano, ma ne estendono la visione verso nuovi scenari di mobilità sportiva. |