Moda

Set 22 DOTZ: LA NUOVA COLLEZIONE ALLA MILANO FASHION WEEK

In occasione della Milan Fashion Week DOTZ lancia la sua SS 22, una collezione di calzature che esprime al meglio, attraverso l’uso colore, tutta la joy de vivre, la leggerezza e lo spirito di Rio de Janeiro.

Un passato nella cooperazione e nella moda, un presente da calzolaio, per Rodrigo Doxandabarat, co-founder con Anderson Presoto del marchio brasiliano ispirato ai concetti chiave come: diversità, empatia e pluralità; nato con l’obiettivo di produrre in modo innovativo, sostenibile e promovendo la creazione di un valore condiviso.

Tutto ruota attorno ad un monoprodotto genderless e timeless: un mocassino dalla silhouette asciutta e ad alto contenuto fashion, realizzato con il 100% di cotone ecologico prodotto da aziende famigliari fondate da piccoli agricoltori locali, il 100% di residui tessili provenienti dal mondo decor ma anche con rifiuti domestici e industriali, parzialmente confezionato da donne che vivono nelle favelas.

Tutte le calzature sono numerate e realizzate in edizione limitata proprio perché upcycling. Le forme sono Made in Italy. Le suole, realizzate in quattro bright colour: arancione, blu, fucsia e lime, portano impresso il motto del marchio ‘’Olha que coisa mais linda, mais cheia de graça’’, preso in prestito dalla canzone Garota de Ipanema. Packaging e tag sono prodotte attraverso il riutilizzo di spazzolini e rasoi, mentre le dustbag sono sempre in 100% cotone.

La nuova collezione è realizzata attraverso l’utilizzo di ventiquattro tessuti – raccolti viaggiando per tutto il Brasile – grafici e iper-colorati ed è costruita attraverso quattro modelli battezzati con nomi che provengono da Pataxo un dialetto indigeno dello stato di Bahia nel nord-est del Brasile: KUPARAKA (un mocassino con maxi fiocco realizzato con filati provenienti dall’industria tessile), PUHUY (un iconico mocassino con nappine), JACY (un loafer asciutto e affusolato) e APONEM (una classica mule arricchita da nappine, le cifre stilistiche del brand, prodotte con scarti della propia produzione).

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