Auto

Mag 05 GP MIAMI: IL COMMENTO

di Paolo Ciccarone

La doppietta McLaren con Oscar Piastri primo e Lando Norris secondo, con l’australiano di origini toscane alla sua quarta vittoria su sei gare? In secondo piano. Il podio Mercedes con Russell? La pole nella gara sprint di Antonelli, il più giovane pilota a farla in F.1? La pole di Verstappen dopo la squalifica della gara sprint? No, l’argomento del giorno sono le comunicazioni radio dei piloti Ferrari che fra Hamilton e Leclerc hanno creato imbarazzo a tutta la squadra, mettendo i panni sporchi in piazza e facendo capire che oltre a una macchina che non va e che consente a Leclerc un settimo posto e ad Hamilton un ottavo, dietro persino alla Williams di Albon, c’è ben altro.

C’è una squadra i cui elementi da amalgamare sono ancora distanti dall’ottimizzazione. E che ci sia da mettere le mani su tutto è evidente. Sentire i due piloti che litigano per un settimo posto non è da Ferrari. Fossero stati in testa, si poteva capire. Ma così, con un Hamilton che dice “non stiamo facendo un lavoro di squadra” oppure “cosa aspettate a farmi passare Leclerc perché ho distrutto le gomme” salvo poi dover rendere la posizione al monegasco con la perla finale di un “C’è Sainz a 1,4 secondi dietro te” con la risposta lapidaria: “Devo far passare anche lui?” oppure “Intanto che decidete potete prendere un the” è il sintomo di come non ci sia amalgama fra chi è in pista e chi deve dare indicazioni. Esempio lampante di una mancanza di polso della direzione del team. Non decidere di decidere è il problema. Qualsiasi decisione avesse preso il muretto, avrebbe scontentato uno dei due piloti. Invece non decidendo li hanno scontentati entrambi. E il povero Riccardo Adami, ingegnere di pista di Hamilton, uno che ha passato Vettel, Raikkonen, Alonso e compagnia bella, tutto a un tratto sembra incapace di gestire il suo ruolo. Un peccato, ma se scricchiola qualcosa al vertice, si ripercuote in basso. La SF25 non è facile da gestire, difficile da capire e sfruttare e rispetto alle altre auto non è competitiva. Si spera nelle modifiche, nel frattempo le scenette andate in onda a Miami, sotto lo sguardo del CEO Benedetto Vigna, che al box era beato a guardare gli avvenimenti, fanno capire molto. E quando Montezemolo diceva ci vuole passione e 24 ore al giorno di dedizione alla Ferrari, adesso si capisce meglio a cosa e a chi si riferiva.

Un peccato che in sei gare sia andata così, ma resta una speranza, perché un anno fa, in Bahrain, la McLaren veniva doppiata. Da Miami con le modifiche è diventata il punto di riferimento del mondiale, un Piastri che in 57 giri rifila 57 secondi a Leclerc, ovvero un secondo al giro, fa sperare che il colpo di schiena possa arrivare anche da Maranello e che la situazione possa cambiare. Intanto i team radio dei due piloti hanno fatto il giro del mondo, alcuni ci hanno riso sopra, altri disperati per il livello raggiunto. Ma davanti le McLaren sono sempre lì, le Mercedes anche e fanno sognare con Antonelli, la Red Bull si salva con Verstappen. E la Ferrari fa a ruotate con Sainz all’ultima curva per un ottavo posto… Imola, fra due settimane, dirà qualcosa di più. In meglio si spera.

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