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Giu 03 GP SPAGNA: IL COMMENTO

di Paolo Ciccarone

Per una McLaren che vince la settimana gara su nove GP disputati, di cui il quinto con Oscar Piastri, vincitore assoluto anche in Spagna, resta la sorpresa e l’amaro in bocca nel vedere che una Ferrari si accontenti e festeggi un terzo posto con Leclerc, che fa il bis dopo Monaco salendo sul podio, mentre sprofonda con Lewis Hamilton negli abissi dell’ignoto. Perché l’onta del sorpasso all’ultimo giro di Nico Hulkenberg al volante di una Sauber scadente ma con lo stesso motore della Ferrari, fa capire come si sia rotto qualcosa nell’inglese. Si lamenta per la macchina inguidabile, ma Leclerc la stessa inguidabile la porta davanti e pure sul podio. Si lamenta di altro con il box, non trova il feeling con gli uomini che gli stanno attorno e dopo nove gare, sarebbe il caso di fare il punto della situazione.

Il sogno di Hamilton in Ferrari si è trasformato in un incubo. Perché? Se lo chiedono tutti, a partire proprio dall’inglese. Eppure in prova in Spagna aveva cominciato col passo giusto, stando davanti a Leclerc. Poi qualifica, in cui aveva preceduto il compagno di squadra, partenza senza infamia e senza lode. E ritmo di gara in cui dopo tre giri Leclerc, che era finito dietro, ha chiesto di farlo passare perché il ritmo di Hamilton era più lento. Per 54 giri la corsa è stata noiosa, poi ci ha pensato il motore Mercedes di Antonelli, esploso in frenata, a spedire fuori il bolognese e a far entrare la safety car. Ebbene, gli ultimi cinque giri di gara hanno fatto vedere di tutto. L’errore del box Red Bull che non aveva gomme morbide per Verstappen e gli ha montato le dure, Leclerc che con le morbide era a ridosso dell’olandese, Piastri davanti senza timori con Norris alle spalle, Verstappen che si prende una ruotata da Leclerc, una da Russell, fa fallo di reazione verso quest’ultimo e si becca 10 secondi di penalizzazione e da quarto finisce decimo e in tutto questo Hamilton era lì che annaspava, fino a quando in pieno rettilineo è arrivato Hulkenberg con la sgangherata Sauber e lo ha infilato come si fa col primo venuto.

Da qui la crisi di Hamilton, le lacrime perché non ha capito se è lui il problema o la macchina, se il dialogo con gli uomini di Maranello sia completo o meno. Di certo una situazione pesante, che mina la credibilità di un 7 volte campione del mondo che a questo punto è di fronte a un bivio: lottare, aumentando le frustrazioni in caso vada male, oppure risorgere o, ipotesi estrema, dire addio a una carriera che lo ha portato fino alla Ferrari, sua vestale che lo ha abbracciato nell’ultimo stritolante atto della sua vita agonistica. Ecco, il GP di Spagna è vissuto su quegli ultimi cinque giri, su Verstappen adorabile irascibile braccio di ferro che sportella tutti, su una Ferrari che si gode un podio senza merito e che guarda  al futuro col dubbio Hamilton, il dubbio macchina e altri dubbi ancora in un clima che a inizio stagione non era certo questo. Due settimane e in Canada si capirà di più. 

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