Cinquant’anni e ancora protagonista. Hello Kitty continua a catalizzare l’attenzione globale, attraversando mode e generazioni con una forza comunicativa unica. A raccontare i meccanismi dietro questo successo non è l’ennesima celebrazione nostalgica, ma un’analisi firmata da The Brandformance Society la unit di Celeste – la Commerce Hub italiana dedicata al business digitale – che fa “Brandformance”, unendo performance e branding.
Il report, sviluppato tra febbraio e maggio 2025, prende in esame un anno di attività online e offline legate al mondo Hello Kitty, più di 300 contenuti Instagram e oltre 900 intenti di ricerca I risultati parlano chiaro: +215% di interesse su X in Italia, +201% su Amazon, 7,7 milioni di menzioni globali, una fanbase attiva e consapevole. Il successo di Hello Kitty non è dunque una formula segreta, ma un vero e proprio metodo.
Hello Kitty, si legge nel report, non segue i trend: li interpreta e li trasforma.
Non si impone: attrae. Non ha una voce, ma è diventata linguaggio. Ed è proprio questa capacità di generare significato, oltre che visibilità, a farne un esempio di brandformance – la combinazione virtuosa tra costruzione di valore di marca e ritorni misurabili.
L’analisi include case study concreti, tra cui Yamamay x Hello Kitty. Questa collaborazione nei primi 12 giorni ha generato il 9% del fatturato dello store online. Un risultato che dimostra come il co-branding possa funzionare solo quando è sostenuto da un brand solido e riconoscibile. Senza branding, non c’è co-branding, e senza branding non c’è performance.
Il successo della collaborazione è stato possibile grazie all’integrazione coerente nel piano commerciale e alla capacità di valorizzare i codici identitari di entrambi i marchi. Ciò ha portato anche a una crescita della qualità del traffico, un aumento assoluto del fatturato e la nascita di nuovi intenti di ricerca.
«Hello Kitty è la prova che un brand può restare rilevante nel tempo se riesce a costruire connessioni culturali autentiche, senza mai smettere di evolversi», commenta il team di The Brandformance Society. «È un esempio di come il branding, se ben fatto, non sia in contrasto con la performance, ma ne sia il principale motore. Ed è esattamente questo il principio su cui lavoriamo ogni giorno all’interno di The Branformance Society»