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Ott 26 IL LINGOTTO, UNA STORIA FINITA

di Bianca Carretto

Il Palazzo del Lingotto dove, sul tetto della ex fabbrica Fiat, è stata presentata la nuova 500 elettrica, in una delle due bolle progettate dall’architetto Renzo Piano, sulla pista di prova, non racconta più la storia industriale del nostro Paese. La palazzina di via Nizza 250, oggi sotto l’egida dei Beni Culturali, è stata affittata a Reply S.p.A, una società di consulenze internazionali, specializzata nella progettazione e realizzazione di soluzioni innovative nel campo digitale e della tecnologia legate al futuro. La struttura, in cemento armato, dall’ossatura formata da pilastri, con le rampe elicoidali alle sue estremità, ha sempre ospitato gli uffici degli amministratori delegati della Fiat: quello del fondatore della Fiat, il senatore Agnelli, dell’avvocato Gianni Agnelli ma, soprattutto, fu la sede della Fiat, dal 1997 al 2014, quando venne poi trasferita ad Amsterdam. Ultimo amministratore delegato ad occupare il Lingotto è stato Sergio Marchionne, al quarto piano, una targhetta sulla porta segnava 4.26, un’immensa stanza ad angolo con il parquet che scricchiolava, seduto alla scrivania vedeva il meraviglioso panorama delle Alpi. Alle sue spalle tutto ciò che la tecnologia informatica poteva offrire. Se riceveva si spostava sul tavolo rotondo dove, a volte, erano consumate delle cene rapide o, secondo l’ospite, venivano giocate partite a scopa o a scala quaranta. Qui é rimasto per 14 anni, ha coltivato il sogno , realizzato, di unire Fiat con Chrysler, ha aperto il nostro Paese al mondo, da qui è partita la sua sfida a General Motors per rompere l’alleanza, portando a casa ben 1,55 miliardi di euro che furono utilizzati per rilanciare la Fiat, proprio con la nuova 500 . Il Lingotto ha sempre rappresentato il potere dell’industria italiana, nei corridoi si respirava la sua forza, ora sono finiti insieme.

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