Auto

Apr 15 …INIZIANO LE MANIFESTAZIONI…

di Bianca Carretto

Le parole dei giorni scorsi del ceo di Stellantis Carlos Tavares, hanno ferito nel profondo gli animi nazionali. Tra le voci si sono alzate anche quelle di Udicon (Unione per la difesa dei consumatori) che ha espresso la sua amarezza, dichiarando “L’Alfa Romeo, un marchio che evoca la storia e la cultura italiana, si trova al centro di un dibattito che tocca il cuore dell’identità industriale del nostro Paese. In un’epoca in cui gli effetti della globalizzazione sembrano diluire l’origine dei prodotti e dei brand, ribadiamo l’importanza di difendere il Made in Italy”. Nessuno tollera che una vettura, chiamata con il nome di Milano venga costruita all’estero e possa essere venduta come italiana. Ieri – dipendenti, sindacati, istituzioni – circa 12mila persone sono scese nelle piazze di Torino per chiedere il rilancio di Mirafiori, Giorgio Airaudo segretario della Cgil Piemonte ha detto apertamente “credo che Tavares stia usando i lavoratori come ostaggi politici per una trattativa con il Governo”.  E Michele de Palma, della Fiom ha aggiunto “i lavoratori sono in cassa di integrazione, ma aumenta lo stipendio dell’amministratore delegato e si distribuiscono i dividendi. Andremo avanti se non avremo risposte certe”. Sull’emolumento di Tavares si sono sollevate molte voci anche in Francia, dove il 16 aprile, in occasione dell’assemblea generale  del gruppo automobilistico, gli azionisti saranno chiamati a pronunciarsi sulla sua remunerazione, che a fine febbraio, il consiglio di amministrazione aveva così annunciato: 36,5 milioni di euro, un aumento del 56% rispetto allo scorso anno, una gratificazione eccessiva in un contesto di licenziamenti di massa. Lo stipendio include oltre al  fisso di 2 milioni di euro, un bonus per i risultati ottenuti di 11,4 milioni, più una donazione di azioni per 13 milioni e un altro riconoscimento di 10milioni legato alla trasformazione di Stellantis, dopo la fusione tra Fca e Psa. Carlo Calenda, segretario di Azione ha espresso la sua soddisfazione poiché ha avvertito che “il Paese si muove sulla più grave vicenda di deindustrializzazione che ci ha colpito negli ultimi anni, quella di Stellantis. Esiste un’unica soluzione, chiamare John Elkann a rispondere delle  promesse date, non vi sono richieste da fare al Governo, devono essere rispettate le garanzie fatte agli italiani, quando i soldi pubblici sono serviti per pagarsi i dividendi”.  Le polemiche hanno anche ricordato che, alla fine del 2023, Stellantis aveva riacquistato da Dongfeng Motor Goup Company, azioni per ben 934milioni di euro, in base ad un accordo preesistente, per cui non si comprende perché oggi Tavares teme l’ingresso nel mercato europeo dei cinesi, quando ha appena ottenuto l’ok dal governo della nazione asiatica per costituire un’alleanza con Leapmotor, società specializzata in auto elettriche, con la possibilità di importarle nel nostro continente. Forse teme la concorrenza proprio di Dongfeng che presenterà, nei prossimi giorni, a Milano, il suo marchio di alta gamma Voyah, proponendo due vetture, di grande fascino, sia in termini di sostenibilità che progettazione.

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