Moda

Nov 16 INTERVISTA A CRISTINA PARODI: IL GIORNALISMO, LA FAMIGLIA, IL PROGETTO CRIDA… E UN SOGNO NEL CASSETTO ” DA RAGAZZA VOLEVO FARE LA ROCK STAR”!

di Cristiana Schieppati

Cristina Parodi è una donna che vive mille vite in una. Giornalista, conduttrice televisiva, scrittrice, madre, moglie e anche first lady di Bergamo dato che suo marito Giorgio Gori è il sindaco dal 2014. La sua ricerca di nuovi stimoli e di percorsi nella bellezza di cui ama accerchiarsi l’hanno portata, insieme all’amica Daniela Palazzi a lanciare una collezione di moda per signore eleganti e per ragazze che vogliono vestirsi “bene”. Un progetto che abbraccia la sostenibilità intrapreso con l’appoggio della famiglia e, come ci spiega in questa intervista, pensato per tutte le donne.

Come nasce la tua passione per il giornalismo e soprattutto perché ti sei appassionata di costume e moda?

La mia passione per il giornalismo è nata in ambito sportivo da ragazza , sono un ex tennista agonista, ho iniziato a scrivere per le riviste del settore . Quando sono approdata in tv , prima Odeon poi Mediaset, mi sono occupata di calcio per un paio di anni per poi arrivare al Tg 5 che e’ stata la mia vera grande palestra . In un giornale nuovo di zecca ognuno doveva saper fare un po’ tutto e io, oltre alla conduzione, ho fatto la gavetta in cronaca e agli  esteri. Mi sono stati assegnati i primi pezzi su Lady Diana nel ’92 e da li’ sono diventata l’esperta di reali…. Il costume e la  moda sono arrivati  dopo , quando al Tg 5 venne  come direttore Rossella , l’uomo più elegante che io conosca , che ha voluto introdurre nel giornale anche questi argomenti. .

Quanto è stato importante per te il look nel tuo lavoro e qual è l’abbigliamento con cui ti senti particolarmente a tuo agio ?

Per chi fa un lavoro di immagine e comunicazione il look e’ importante . Ma sorrido riguardandomi agli inizi degli anni ’90 in  tailleur colorati molto da signora con i bottoni gioiello . Non avevo ancora trent’anni e avevo un look  decisamente piu’ adulto di quello che uso adesso . Col tempo e facendo altre esperienze televisive ho imparato a trovare uno stile più personale, fatto soprattutto di abiti . Mi sono sempre piaciuti gli abiti di Max Mara che ho indossato per tantissimi anni al Tg invece del più scontato tailleur . Credo, tra le ancorwomen  italiane , di avere aperto la strada a quel tipo di eleganza piu’ fresca e meno paludata della giacca e camicia. Le prime volte il direttore mi bacchettava per le braccia scoperte , poi si e’ rassegnato !

L’amicizia con Daniela Palazzi e la nascita di Crida , come è nato questo progetto?

Sono diventata amica di Daniela quando 25 anni fa, sposando Giorgio,  mi sono trasferita a Bergamo . E’ stata una delle preziose  amiche che mi hanno aiutato a gestire lavoro e famiglia in quegli anni cosi complicati ( io vivevo a Bergamo ma lavoravo a Milano e a Roma ) in cui ero sempre di corsa con tre bambini piccoli. Con Daniela c’è sempre stata una affinità di stile. E’ sempre stata una donna elegantissima , spesso indossava abiti in seta molto semplici ma superchic che io non trovavo nei negozi. Se li faceva lei. Ovviamente iniziò a farli anche a me e da li’, per tanti anni, accarezzammo il sogno di creare un progetto intorno all’abito ma non avevamo mai tempo. Il tempo giusto e’ maturato nel 2019 e Crida debutto’ sul mercato nel febbraio 2020 , quando la moda si fermò. Una coincidenza sfortunata per un progetto che però posava su basi solide e lungimiranti . Creare abiti eleganti , mai eccessivi , slegati dalle tendenze, usare solo materiali naturali e italiani , e convincere le donne a comprare  meno e comprare meglio .

Ti sei messa in gioco  in prima persona anche con le tue figlie per il lancio di questo brand come mai?

Le mie figlie hanno appoggiato questo mio cambio di vita,  ma ormai hanno scelto strade molto diverse dalla mia, lontane dalla moda e dal giornalismo. Presentando però per la prima volta alla stampa la nostra collezione a settembre le ho volute li’, insieme alle figlie di Daniela , mescolate alle altre  modelle, per ribadire  che i nostri abiti vestono tutte le donne.  

Cosa vorresti che le donne trovassero in Crida e quali progetti futuri per questo brand?

La donna che indossa un abito Crida non è mai appariscente ma se entra in una stanza non passa inosservata . Le nostre clienti amano questa eleganza italiana fatta di tessuti bellissimi e di abiti che ti accompagnano dalla mattina alla sera . Quello che io e Daniela abbiamo capito da anni è che l’abito è il look più comodo da usare per le donne di oggi che fanno mille cose. Basta cambiare accessori ed e’ perfetto per tutte le occasioni.

Cosa hanno detto in famiglia quando hai deciso di intraprendere questa nuova avventura?

Noi siamo una famiglia ….diffusa . Anche se siamo lontani  (due su tre dei miei ragazzi sono all’estero ) siamo sempre molto uniti e condividiamo ogni scelta . Mi hanno tutti incoraggiato a buttarmi in questa nuova sfida . Certo è che iniziare a fare impresa a 50 anni suonati non e’ stato semplice. Abbiamo studiato e ci siamo preparate molto bene . Nonostante la pandemia abbiamo resistito proprio perche’ crediamo tantissimo in questo progetto.  E siamo due bergamasche belle toste …..

L’eleganza, le buone maniere, l’educazione sono valori che molti oggi danno per scontati.  Pensi che la moda in qualche moda possa contribuire a divulgarli?

L’eleganza , quella vera , che non è la tendenza eccessiva della stagione, non  passerà mai di moda, così come gli abiti fatti bene, classici e chic, ma bisogna insegnare questo concetto fondamentale che non è solo legato  allo stile e alla bellezza ma anche alla sostenibilità del pianeta.  Cerchiamo di capire cosa compriamo, guardiamo la composizione dei tessuti, stiamo attenti a dove sono stati prodotti i capi. E’ un’ educazione all’acquisto che i giovani devono conoscere . Come le buone maniere .  

Hai mai pensato di smettere di lavorare e di dedicarti solo a te e alla tua famiglia?

Mai. Non riuscirei a stare ferma. Non l’ho fatto quando avevo i bambini piccoli e i sensi di colpa per essere così tanto impegnata mi assalivano ….. non lo farò certo ora che i miei ragazzi sono grandi e io ho ancora tante cose da imparare . Continuare a lavorare aiuta a restare giovani e cambiare lavoro e’ un allenamento fantastico per il cervello che non può’ impigrirsi ma allenarsi ad incamerare altre informazioni. 

Il prossimo progetto? 

Fare diventare grande Crida

Un sogno mai realizzato?

Beh volevo fare la rock star da ragazza …… e ormai sono fuori tempo massimo !!!! Ma diciamo che la musica e il rock sono sempre dei bei compagni di viaggio e di vita .

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