Moda

Mar 26 INTERVISTA A DANDA SANTINI DIRETTORE DI IO DONNA: MI MANCA IL CONFRONTO DIRETTO CON LE PERSONE

Cristiana Schieppati

Continuano le interviste ai direttori più influenti del mondo della moda. Come stanno vivendo  questi giorni di emergenza sanitaria? Quali  iniziative hanno messo in campo e come sta cambiando il ruolo dell’informazione ai tempi del coronavirus?

Oggi intervistiamo  Danda Santini direttore di IO Donna,  allegato del Corriere della Sera, che riafferma la linea editoriale del giornale di fornire una visione al femminile di quanto accade nel mondo cercando sempre di realizzare i desideri e le curiosità delle lettrici. Ci racconta di come sta vivendo il suo lavoro, di come le manchi la vita di redazione in questo tempo fuori dal tempo.

 

Come è cambiato il lavoro a Io Donna da quando è scoppiata l’emergenza sanitaria?

 

Quel lunedì 9 marzo, ormai tre settimane fa, appena arrivati in redazione dopo la notizia della chiusura della Lombardia, in meno di mezza giornata siamo stati tutti dotati dell’attrezzatura necessaria e, uno dopo l’altro, siamo andati a casa. Da allora lavoriamo in smart working. Abbiamo già chiuso due numeri, stiamo lavorando al terzo.

 

Che iniziative avete portato avanti in questo periodo e con quale obiettivo?

 

Siamo l’allegato femminile del quotidiano nazionale più diffuso e radicato nei territori più colpiti. Abbiamo mantenuto il nostro ruolo di sempre, complementare a quello del quotidiano: fornire una visione al femminile di quanto accade nel mondo, utile e piacevole al tempo stesso.

 

 

La linea editoriale è cambiata in virtù di questa emergenza?

 

Abbiamo aperto alla condivisione delle esperienze delle lettrici e dei lettori, on line e off line, sostituito le rubriche di viaggi e spettacoli con i suggerimenti sulle attività da svolgere a casa, valorizzato le iniziative di solidarietà e i servizi con taglio psicologico.

 

 

Il tuo ruolo di direttore in questo momento ha  assunto un significato particolare ?

 

Non penso che abbia peso il mio ruolo di direttore, ma che abbia senso il lavoro di redazione di tutti noi insieme. On line e off line non dimenticare l’approccio femminile, concreto, generoso, attento al bello e all’utile, in tutte le sue forme, soprattutto in un momento di difficoltà, ha un valore per me importante.

 

Che prospettive hai per i prossimi mesi?

 

Tenere per un mese, o poco più, non sarà un problema. Su tempi più lunghi, vedremo gli sviluppi e ci adatteremo.

 

Cosa ti manca in questa nuova realtà, sia sul lavoro che a livello personale?

 

Del lavoro mi manca il confronto diretto con le persone, fatto di sfumature, sguardi, pancia. Personalmente soffro la lontananza dalla natura, dai boschi, dall’aria dolce della primavera.

 

Secondo te ci saranno degli stravolgimenti nel mondo della moda e nell’editoria a seguito di questa pandemia?

 

Spero sempre che cambi qualcosa e non mi dispiace che non ci sia mai nulla di definitivo. Sarebbe terribile il contrario.

 

I servizi di moda sono sospesi o riuscite a realizzarli?

 

Siamo coperti fino a metà maggio: spero sia sufficiente. Ma siamo creativi: qualcosa ci inventeremo.

 

In questi giorni i media on line e i social stanno confermandosi leader nell’informazione e nell’intrattenimento

 

L’online sta andando molto bene, ma era un trend in atto dagli ultimi due-mesi. I social stanno esplodendo, soprattutto Instagram e soprattutto per quanto riguarda l’engagement, che per noi è il segno che stiamo intercettando nel modo corretto il nostro target e stiamo costruendo un rapporto solido e forte con chi ci segue.

 

Un messaggio ai  lettori di Io Donna:

 

“Siamo qui per voi, per rispondere sempre alla stessa domanda: di che cosa avete voglia, di che cosa avete bisogno, che cosa vorreste leggere questa settimana? E ogni sabato, ancora di più in questo tempo fuori dal tempo, speriamo di aver incontrato il vostro desiderio di essere sorpresi con leggerezza, informati con precisione, ispirati con garbo”.

 

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