Moda

Apr 27 INTERVISTA A GILDA BOJARDI DIRETTORE DI INTERNI: SENZA LA DESIGN WEEK A MILANO MANCA ENERGIA CREATIVA.

Cristiana Schieppati

Gilda Bojardi è  dal 1994 il direttore responsabile della rivista Interni, edita da Mondadori, nonchè di tutte le pubblicazioni del sistema Interni, la prima rivista italiana di interior design e oggi il punto di riferimento per chi si occupa di design, arredo e architettura.  E’ lei l’ideatrice del FuoriSalone, evento nato come esperimento durante la Design Week e che negli anni è diventato il punto di forza della Città di Milano, un  appuntamento di confronto irrinunciabile. In  questa intervista ci racconta  come il mondo del design si stia organizzando per affrontare questa crisi e ci svela in anteprima i nuovi format che ha studiato per continuare ad offrire energia creativa.

Qual è stata la sua reazione quando ha saputo che il Salone del Mobile era stato annullato?

Ne sono stata, come tutti coloro che operano nel mondo del Progetto, molto dispiaciuta. Anche se era febbraio, eravamo tutti praticamente pronti e in attesa dell’evento principe del mondo del design, quello che scandisce l’anno creativo e produttivo non solo per l’ Italia,  punto di riferimento per il mondo. Il Salone, insieme al FuoriSalone, non è solo un momento cruciale dal punto di vista commerciale, ma un appuntamento di confronto irrinunciabile di idee, di progetti, di prodotti e di sollecitazioni per i dealer internazionali e per chiunque lavori in questo settore. Una scadenza che lascia un vuoto importante. Ogni attore della filiera – designer, architetti, imprenditori, istituzioni e tutto il mondo della comunicazione – cercherà di riempirlo nei prossimi mesi con iniziative micro e macro. Ci stiamo organizzando, dove possibile, per farlo come “sistema”. Se la situazione lo consentirà, in autunno Milano potrebbe riappropriarsi della sua centralità, come punto di riferimento internazionale, con una serie di eventi connessi incentrati sulla creatività.

Quali sono le maggiori preoccupazioni da parte degli addetti ai lavori?

Dopo naturalmente la grande preoccupazione per la salute di tutti e l’impegno a mettere in sicurezza persone e cose, il pensiero è rivolto all’impatto economico della pandemia su un settore composto per la maggior parte di imprese d’eccellenza ma medio-piccole e basate su filiere locali. Parliamo del Made in Italy più classico, che vive di qualità ma con dimensioni medie. Inoltre, una percentuale importante della produzione è destinata all’estero dove l’evoluzione della pandemia si presenta con tempi ed esiti molto diversi: cantieri fermi, negozi chiusi, voli cancellati, fiere rimandate. E un’economia globale che dovrà prima di tutto provvedere ai beni essenziali, poi a quelli considerati ‘di lusso’ ma irrinunciabili come l’arredo in generale e di design in particolare. Agli imprenditori si presentano incognite su molti fronti.

Come avete gestito come Interni il cambio di tutta la gestione del giornale e anche della pianificazione eventi?

Abbiamo aggiornato calendari e contenuti, lavorando, praticamente subito dopo l’ annuncio ufficiale di rimanere a casa, in smart working e non e stato così semplice per la Mondadori gestire, per ben più di mille persone, il lavoro da remoto, e così  anche per Interni. Abbiamo riflettuto e comunque deciso di dare visibilità e voce agli sforzi creativi di aziende e designer  e dedicare il numero di Interni Giugno – mese in cui era slittato il Salone e il FuoriSalone- ai nuovi prodotti e progetti che avremmo visto In Fiera e negli Eventi in città. In un inserto di 96 pagine saranno illustrate le novità dei settori casa, complemento, cucina, bagno e presentati i giovani designer. Le testimonianze dei protagonisti , designer, architetti, imprenditori, e un’analisi da parte di economisti, operatori della cultura e della comunicazione accompagneranno la presentazione con suggerimenti di strategie e valori su cui puntare. Dal 1 al 30 giugno proporremo anche “ Interni Design Journal“, un nuovo format digitale in italiano e in inglese, come peraltro il nostro sito: ogni giorno articoli di attualità su prodotti e progetti, oltre a video-racconti e video-interviste. Infine un collegamento in streaming con i dealer cinesi attraverso operatori locali e Interni China dara visibilità sul territorio cinese a quanto pubblicato da Interni e ad altro.

Per la sua esperienza il Salone del Mobile e anche il FuoriSalone dovranno cambiare dei format per l’anno prossimo?

La mia speranza è che si arrivi al 2021 senza dover cambiare nulla; significherebbe che la pandemia sarà solo un brutto ricordo! Penso che Salone del Mobile e FuoriSalone siano un unicum al mondo, che Milano e l’Italia si devono tenere ben stretti: sono un mix irripetibile di competenza, energia creativa, relazioni e voglia di affrontare argomenti seri in modo anche festoso. Un mix molto italiano, sempre perfezionabile, ma che non dovrà mai abdicare alla sua identità di grande meeting globale del design = progetto. In cui l’incontro fisico e il confronto tra le persone è un fattore assolutamente non trascurabile.

Il mondo del design cambierà? Se sì come? gli arredi si progetteranno anche in base al virus?

La pandemia ha svelato alcune necessità di modificare il modo di relazionarci, ma mi auguro che tali condizionamenti non siano che un’emergenza passeggera. Le lezioni da assimilare non riguardano tanto la contingenza, quanto le riflessioni più generali sul sistema produttivo, sull’ambiente, sulla scala di priorità. Il design non è solo estetica, funzionalità, ma anche studio dei processi e dei bisogni, indagine sui materiali e sul senso dei prodotti. Ci sarà tanto da fare, anche qualche rivoluzione.

Un messaggio a tutti gli operatori e appassionati del design e dell’arredo.

Non lasciamo che questo momento trascorra invano. Non lasciamo cadere le riflessioni e gli stimoli quando ci sarà la ripresa. È un’occasione irripetibile di migliorarci. E su Interni cercheremo di capire, passo a passo, cosa è necessario fare e come farlo al meglio.

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