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Nov 30 INTERVISTA AL CAMPIONE DI SCI GIORGIO ROCCA: IN GARA NON ESISTONO AMICI, MA CON ALBERTO TOMBA VORREI FARE UN PROGETTO SULLA NEVE.

di Cristiana Schieppati

Sciatore italiano e specialista dello slalom speciale. Appassionato di sci fin da bambino, Giorgio Rocca fa il proprio esordio in Coppa del Mondo nel 1996. Scelto come portabandiera per l’Italia ai Campionati mondiali di sci alpino nel 2005, in quella stagione colleziona cinque vittorie consecutive in slalom.

Con 22 podi in carriera, di cui 11 vittorie, 3 medaglie di bronzo ai Campionati Mondiali e 2 partecipazioni alle Olimpiadi invernali, lo rendono secondo solo al campionissimo Alberto Tomba. Nel 2010, dopo essersi ritirato dalle competizioni e per dare continuità al proprio talento, fonda la Giorgio Rocca ski Academy, scuola di sci con sedi a Saint Moritz, Livigno e Crans Montana che conta, oggi, 75 maestri di sci e di snowboard. 

Apprezzato dal pubblico televisivo, nel 2012 partecipa alla prima edizione del reality show Pechino Express e nel 2015 vince la terza di Notti sul Ghiaccio.

A 10 anni dal ritiro dall’attività agonistica Rocca si racconta, a cuore aperto, in Slalom – Vittorie e sconfitte tra le curve della mia vita – libro autobiografico scritto insieme al giornalista Thomas Ruberto, edito da Hoepli.

Con una buona dose di autoironia ed una carica di sincerità, sempre in bilico tra l’azione e l’emozione e tra la gioia e la delusione, Rocca descrive le esperienze sportive e umane che l’hanno portato a primeggiare sulle piste di tutto il mondo.

Una vita sugli sci. Come nasce l’idea di questa biografia?

Dal desiderio personale di ripercorrere una carriera di grandi soddisfazioni, ma anche costellata da molti infortuni e sconfitte per poter elaborare il passato e poter ora guardare al presente ad al futuro con occhi diversi. E Chiaramente poter portare un messaggio chiaro: se vuoi, puoi! Slalom non è un elenco di gare e di vittorie. È una storia fatta di vittorie e di sconfitte. Momenti indimenticabili e momenti meno felici, accumunati dalla passione che mi spinge da quando sono bambino: quella per lo sci. Nel bene e nel male, tutti questi momenti hanno contribuito a creare una storia unica. La storia della mia carriera. La storia della mia vita  

La sconfitta oggi è una cosa che i nostri giovani non mettono in conto, abituati a comprare tutto. Lo sport insegna a gestire anche la delusione. Come hai vissuto tu le sconfitte? Ti sei mai fatto aiutare da un personal coach?

Si, diciamo che nel libro traspare la voglia di arrivare senza avere una forza economica importante e senza essere un fuoriclasse, ma solo con una voglia di vincere e arrivare pazzesca. Ho iniziato a lavorare con Claudio Ravetto per la parte sci, Roberto Manzoni per la parte fisica e Beppe Vercelli come mental Coach dal 1998/99. Fino a fine carriera sono rimasto con loro per poter avere il meglio e soprattutto per avere continuità sia per obiettivi che per strategia.

Hai degli amici nel mondo dello sci, dei campioni dello sport con cui ti senti abitualmente?

Purtroppo no.

Senti mai la mancanza dell’adrenalina pre gara?

Assolutamente sì, ma si sta affievolendo molto negli ultimi anni. Adesso sono molto impegnato con la Giorgio Rocca Ski Academy, scuola di sci con sedi a Saint Moritz, Livigno e Crans Montana che ho fondato nel 2010, dopo essermi ritirato dalle competizioni. Oggi conta 75 maestri di sci e snowboard. Dopo il ritiro, non potevo abbandonare il mio mondo: le montagne e lo sci. Sentivo il bisogno di nuovi stimoli e nuove sfide. Volevo trasmettere agli altri i segreti e le tecniche imparate durante la mia carriera. Quando pratichi sport a livello agonistico sei concentrato solamente su te stesso e sui risultati da raggiungere. Oggi, invece, metto in pratica la mia passione. Lo faccio da una prospettiva diversa, certo, ma sempre all’insegna dei miei valori. 

Scelte giuste e scelte di cui ti sei pentito sia personali che professionali

Devo dire che nella vita tutti facciamo degli errori. Ma direi che la scelta di avere un personal coach fisico e un mental coach si è rivelata giusta e mi ha permesso di essere autonomo e precursore all’epoca. Per le scelte sbagliate … si, ne ho fatte. Ma non così gravi da compromettermi la carriera.

Il tuo migliore amico e la tua migliore amica in gara

In gara non esistono amici. Sei solo tu e il cronometro.

Il mondo dello sci post pandemia. Cosa ti aspetti?

Una grande ripresa e forse un po’ di umanità in più da parte di tutti.

Pensi che i provvedimenti che sono stati presi durante il lokdown siano stati giusti? Hai trovato rispettosi delle regole gli sciatori?

No, anzi. Li ho trovati assolutamente ingiusti. Considerato che sono stati posti in essere provvedimenti che hanno penalizzato moltissimo il nostro mondo. Avrebbero potuto decidere di tenere aperti gli impianti con regole più restrittive, ma lasciando libero il popolo degli sciatori di lavorare e divertirsi in uno sport all’aperto. Infatti sulle piste ho sempre trovato sciatori attenti con mascherine e rispettosi del distanziamento sociale.

Olimpiadi 2026: sarai parte attiva di qualche progetto?

Sicuramente emozionato e sarò attivo in un progetto che mi vedrà coinvolto con la nazionale Italiana. Non posso svelare in che modo.

Cosa vorresti dire ad Alberto Tomba che non gli hai mai detto?

Che se volesse fare un progetto sulla neve, sarei pronto a collaborare con lui. Essendo stato un mio idolo, mi piacerebbe fare qualcosa di cool insieme.

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