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Feb 10 Ivan Juric, un po’ Gasp e un po’ Guardiola

Collaboratore

Che fosse un tipo tosto lo si sapeva. Da calciatore, a centrocampo, era uno di quelli che chiamavano “mastini”, tanta grinta e voglia di ringhiare sulle caviglie degli avversari. Ma da allenatore Ivan Juric è molto, molto altro. Molto di più. E con il Verona sta facendo un campionato da ricordare.

L’ultima soddisfazione di una stagione speciale se l’è tolta sabato sera, battendo in rimonta la Juventus e scrivendo una pagina importante nella storia di questo campionato.

Lui alla Juventus aveva già fatto male quando, il 21 ottobre 2018, nel giorno del suo debutto sulla panchina del Genoa, pareggiò 1-1 allo Stadium, interrompendo la serie di otto vittorie consecutive dei bianconeri di Allegri.

Una carriera da allenatore impreziosita dalla storica promozione in Serie A con il Crotone, prima di entrare nel frullatore del Genoa, dove con un presidente come Preziosi la vita non può essere facile. Nel 2017 viene sostituito da Mandorlini, meno di due mesi dopo torna e porta alla salvezza i rossoblu. Nella stagione successiva lo mandano via a novembre per Ballardini, ma meno di un anno dopo rieccolo lì, di nuovo al posto di Ballardini, prima di un nuovo esonero due mesi dopo.

Ma è a Verona che ha fatto qualcosa di speciale. Con una squadra che ha il monte ingaggi più basso di tutta la Serie A, che abbonda di svincolati (Veloso, Lazovic), prestiti (Gunter, Pessina, Verre), calciatori quasi sconosciuti a inizio torneo (Rrahmani, Amrabat) e giovani di belle speranze (Kumbulla, Salcedo).

La sua carta di identità è il 3-4-2-1, sistema di gioco interpretato con aggressività e giro palla veloce, grazie ai preziosi insegnamenti di Gasperini (che Juric ha avuto da allenatore a Genova) e alla voglia di conoscere i segreti dei grandi, come quando andò a Barcellona una settimana per seguire gli allenamenti di Guardiola.

Il Verona è in corsa per un posto in Europa, Verona che in tanti consideravano vittima sacrificale del campionato, e destinata certamente al ritorno in Serie B. Nulla di più sbagliato: la società ha già venduto Rrahmani al Napoli e Amrabat alla Fiorentina, facendo una maxi plusvalenza di 30 milioni, ma tenendosi in giocatori in rosa fino a fine stagione. L’altro pezzo pregiato, Kumbulla, sarà oggetto di un’asta al rialzo da giugno in poi. Ci sono giocatori come Verre, Pessina, Zaccagni e Faraoni che si stanno valorizzando, grazie a un gruppo che può contare sull’esperienza (e sui gol, il che non guasta) del “vecchio” bomber Pazzini, freddo e preciso nel battere il rigore che ha mandato al tappeto la Juventus.

Ivan Juric si è diplomato a Coverciano con una tesi sull’aspetto motivazionale, ed è proprio da lì che parte per costruire le sue squadre (ha studiato i metodi di gestione dello spogliatoio da Phil Jackson, leggendario coach Nba capace di vincere 11 titoli da allenatore).

Il resto viene a sé, perché quando una squadra crede ciecamente nel proprio allenatore, sul campo si vede. E a Verona lo sanno bene.

 

 

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