Si è conclusa con grande partecipazione la Ventinovesima Edizione di Festivaletteratura, che ha visto L.B.M.1911 promuovere di un ciclo di incontri dedicati al dialogo tra moda e scrittura. In un contesto di contaminazione culturale e apertura interdisciplinare, il brand ha confermato la sua vocazione alla narrazione identitaria e al pensiero contemporaneo, accompagnando quattro appuntamenti speciali che hanno esplorato la moda come linguaggio vivo e universale.
Il ciclo Questioni di Stile, curato da Olga Campofreda, ha rappresentato uno dei percorsi più originali della ventinovesima edizione di Festivaletteratura, esplorando il rapporto tra moda, scrittura e società. L’incontro inaugurale, Le pioniere della moda (4 settembre), ha visto Michela Dentamaro e Manuela Soldi, guidate da Eloisa Morra tracciare un percorso storico e simbolico attraverso le figure femminili che hanno ridefinito il linguaggio del vestire e rivoluzionato il modo di pensare l’abito, da Madeleine Vionnet a Rei Kawakubo. Attraverso un approccio storico e simbolico, si è riflettuto sul potere dell’abito come strumento di affermazione e rottura degli stereotipi, con riferimenti anche alla moda italiana del secondo Novecento.
Il giorno successivo, La moda fa la scrittura (5 settembre) Maria Luisa Frisa e Davide Coppo, nell’ incontro moderato da Campofreda, hanno indagato il potere evocativo del vestire nella costruzione narrativa confrontandosi sul ruolo dell’abito nella costruzione narrativa. Si è parlato di editoriali, romanzi e memoir in cui il vestire diventa gesto autoriale, capace di evocare ambienti, identità e tensioni emotive.
Vestite per la rivoluzione (6 settembre) ha portato sul palco Jennifer Guerra e Marcella Terrusi, che hanno analizzato il legame tra abbigliamento e attivismo. Dalle uniformi delle suffragette ai codici visivi dei movimenti queer e femministi contemporanei, l’abito è stato raccontato come spazio di resistenza e affermazione politica. Il pubblico ha risposto con grande partecipazione, sottolineando l’urgenza di una moda consapevole e inclusiva.
Nell’ultimo giorno di Festival, il 7 settembre, Fare moda per vedere il mondo ha intrecciato la biografia di Carla Sozzani con una riflessione curatoriale sul vestire come lente per leggere il presente, tra arte, sostenibilità e memoria. L’incontro, con un Teatro Bibiena gremito, ha segnato il ritorno di Carla Sozzani a Mantova, in un dialogo intenso con Paolo Ferrarini.
Con questa collaborazione, Lubiam ha riaffermato il proprio legame fortissimo con Mantova e il suo impegno per la cultura. il sostegno a Festivaletteratura ha rappresentato un investimento nella creatività e nel pensiero critico, valori che da sempre animano il brand e ne guidano l’evoluzione. Un successo che ha confermato quanto moda e letteratura possano dialogare, contaminarsi e arricchirsi a vicenda. Il brand L.B.M.1911 si è dimostrato interlocutore ideale in questo racconto condiviso, un dialogo ricco e trasversale, che vede la moda come linguaggio culturale, capace di intrecciarsi con la scrittura, l’arte e il pensiero.
Nei giorni del Festival, Lubiam e la Famiglia Bianchi ha avuto il piacere di con accogliere in visita presso la propria sede alcuni dei protagonisti degli incontri, tra cui Michela Dentamaro, Olga Campofreda, Eloisa Morra, Paolo Ferrarini, Davide Coppo e Maria Luisa Frisa. Occasioni preziose di confronto e condivisione, che hanno rafforzato il legame tra il mondo produttivo e quello creativo, nel segno della ricerca e dell’identità.