Auto

Ott 02 …L’AUTO STA SOFFRENDO…

di Bianca Carretto

In settembre sono state  immatricolate in Italia – secondo i dati comunicati da Promotor – 121.666 vetture, un calo che sfiora  l’11% sullo stesso mese dello scorso anno. Da gennaio ad oggi  vi è stata una modesta crescita un più 2,1% contando 1.202.122 vendite e si prevede che il 2024 possa chiudere con 1.603.000 di consegne, sempre un risultato lontano  dal 2019. La festa pare proprio finita per i costruttori europei, sembrano accantonati gli anni in cui si contavano margini e profitti eccezionali. Mercedes è stata una delle ultime case ad aver raffreddato i suoi azionisti comunicando che il suo margine operativo sarebbe stato compreso tra il 7,5% e l’8,5% , mentre solo a luglio prevedeva  una fascia  che si avvicinava all’11%. Volkswagen continua ad aggiornare le sue previsioni, dopo l’estate, il suo margine  non avrebbe superato il 6,5% ed ha previsto di chiudere uno stabilimento,   Bmw  ha avvertito che il suo pronostico è sceso al 6/7%.  Per non parlare di Stellantis che  vede un flusso di cassa negativo per almeno cinque miliardi di euro e un margine che  si avvicina, a malapena,  al 5%. Inoltre è stato prolungato lo stop di Mirafiori dove non  si produrrà più la 500 elettrica sino a novembre.

E’ confermato anche l’intervento di Carlos Tavares, ceo di Stellantis, alla Camera , il prossimo 11 ottobre.  Dovrà dare spiegazioni perché il sistema industriale italiano non è stato in grado di seguire  la domanda dei veicoli e sta vivendo questa drammatica crisi.  Tutti i costruttori hanno approfittato di questo squilibrio tra domanda e offerta per aumentare i prezzi, sia in Europa che negli Usa. Ma è stata una parentesi, il settore è ricaduto nel suo funzionamento classico, per cui  forti sconti e  forniture ai noleggiatori a prezzi bassissimi. Inoltre  nel solo primo semestre dell’anno, le immatricolazioni europee sono scese del 15%, causate essenzialmente  dalla situazione economica  generale che hanno ridotto la percentuale di famiglie  in grado di acquistare un veicolo nuovo. Inoltre la Cina che, in particolare per i marchi tedeschi, ha rappresentato una grande espansione, è ora controllata dai brand locali, che hanno guadagnato 15 punti di quota di mercato negli ultimi due anni.

Chi ha inquadrato bene la situazione è stato  il  ceo di Volkswagen  Oliver Blume che ha commentato” la torta è divenuta più piccola e vi sono molti più invitati alla tavola”. Le case  di Pechino – Chery, Byd, Donfeng – si stanno imponendo in Europa ma hanno già conquistato il Sud America e diversi paesi  orientali . La svolta verso le zero emissioni ha costretto ad investimenti  importanti ma sicuramente è irreversibile, basata  su tecnologie  già disponibili, su progetti già operativi, è basata sullo sviluppo di   molteplici  piani di decarbonizzazione, indispensabile per arrivare al risultato finale.

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