Stabilità, visione e strumenti concreti per un futuro competitivo. È questo l’appello che la Camera Nazionale della Moda Italiana (CNMI) rivolge al Governo in vista della Legge di Bilancio 2026, presentando un documento articolato in tredici proposte strategiche per il rilancio e la tutela del comparto moda, uno dei settori industriali più rappresentativi dell’economia nazionale.
La CNMI sottolinea la necessità di una norma specifica dedicata alla Filiera della Moda, capace di riconoscere e tutelare chi opera nel rispetto delle regole e del valore del Made in Italy. L’obiettivo è garantire certezza del diritto, strumenti operativi e misure strutturali che permettano alle imprese di affrontare con maggiore solidità le sfide economiche e geopolitiche globali.
In un contesto segnato da tensioni internazionali, dazi, calo dei consumi e dall’impatto dell’ultra fast fashion, la CNMI chiede un cambio di passo nella politica industriale, orientandola verso una strategia di medio-lungo periodo.
Tra i punti cardine delle proposte figura la proroga e il potenziamento del credito d’imposta per le attività di design e ideazione estetica, insieme al rifinanziamento delle misure di digitalizzazione 4.0 attraverso una riallocazione efficiente delle risorse del Piano Transizione 5.0.
Sul fronte della formazione, la Camera sollecita incentivi per il trasferimento dei saperi artigianali, il rafforzamento delle Academy aziendali e il coinvolgimento delle aziende capofila nel supporto alle realtà manifatturiere e artigianali più fragili della filiera.
Le proposte includono anche un credito d’imposta per le esportazioni verso gli Stati Uniti, colpite dai nuovi dazi, e misure di sostegno all’espansione dei brand italiani in Messico e nei Paesi del Mercosur.
La CNMI suggerisce inoltre l’istituzione di un Fondo per la diffusione internazionale dell’immagine e dei valori della Moda Italiana, volto a sostenere iniziative come la Milano Fashion Week®, che genera ricadute economiche e fiscali significative per il Paese.
Un capitolo importante riguarda la lotta all’ultra fast fashion: il documento propone interventi normativi mirati, tra cui eco-contributi, obblighi di etichettatura ambientale e misure di regolamentazione per favorire un sistema produttivo più sostenibile e trasparente.
A sostegno delle imprese più colpite dal caro energia, CNMI chiede anche un credito d’imposta per il primo semestre 2026 destinato a chi registra aumenti dei costi superiori al 25% rispetto ai livelli pre-crisi.
Sul piano sociale, la Camera propone un aggiornamento della disciplina sui fringe benefit, con innalzamento e stabilizzazione dei limiti, per rafforzare il potere d’acquisto dei lavoratori e sostenere le famiglie del settore.
Con queste proposte, la CNMI intende offrire al Governo una visione organica per il rafforzamento del sistema moda italiano, riconoscendo il settore non solo come motore economico — il secondo comparto produttivo del Paese — ma anche come patrimonio culturale e sociale da proteggere.
“Il settore moda in questo momento ha bisogno di stabilità, visione e strumenti che premino chi innova e produce valore nel nostro Paese” – ha dichiarato Carlo Capasa, presidente della CNMI. “Con queste proposte, la Camera conferma la volontà di collaborare con le istituzioni per garantire al Made in Italy il futuro che gli spetta: forte, sostenibile e competitivo”.