Dopo un confronto notturno, i Ministri dell’Ambiente dell’Unione europea hanno raggiunto un accordo su un nuovo obiettivo climatico: riduzione delle emissioni del 90% entro il 2040 e definizione di un NDC intermedio al 2035, con possibilità di utilizzo dei crediti di carbonio internazionali.
Per Luca Bergamaschi, direttore di ECCO, si tratta di “un segnale positivo in vista della COP30”, ma avverte: “Serve ora tradurre gli impegni in politiche concrete e investimenti per l’elettrificazione e l’efficienza energetica”.
L’Italia ha avuto un ruolo controverso nel negoziato, proponendo una clausola di revisione biennale dell’obiettivo, che secondo molti rischia di indebolirne la credibilità e creare incertezza per gli investimenti. Roma ha inoltre accettato compromessi sull’uso dei crediti internazionali fino al 5% e sulla redistribuzione delle risorse dell’ETS2, stimata tra 15 e 21 miliardi di euro per il Paese.
Secondo Marta Lovisolo, Senior Policy Advisor di ECCO, “l’Italia dovrà garantire che le nuove norme siano coerenti con gli impegni internazionali e adeguatamente finanziate”, ricordando che “una transizione giusta e competitiva richiede regole chiare e risorse adeguate, non scorciatoie”.