Auto

Lug 17 …L’IDROGENO E’ IL FUTURO… NON PER STELLANTIS

di Bianca Carretto

Le tensioni  commerciali tra gli Stati Uniti e l’Europa – vi è stato un aumento delle tariffe sull’importazione di auto europee in Usa – iniziano a fare i primi danni. Stellantis  ha deciso di sospendere  la fabbricazione della Dodge  Hornet, a partire dal 2026, nello stabilimento italiano di Pomigliano d’Arco che attualmente  copre il 60% della produzione nazionale del costruttore. La Dodge è esportata negli Usa,  il Nord America vale  il 40% del fatturato totale di Stellantis  che ha visto la sua valutazione  trascinarsi intorno  ai  25 miliardi , quattordici in meno  del momento della sua costituzione, all’inizio del 2021, attraverso la fusione di Psa e Fiat Chrysler, oggi meno valorizzata di Volkswagen , Bmw, Gm e Ford. Il congelamento è sicuramente dovuto  ai dazi minacciati dall’amministrazione Trump, arrivati sino al 30%, rendendo di conseguenza la fabbricazione  della Dodge – crollata del 90% –  meno competitiva  e molto più onerosa,  avrà ripercussioni dirette anche sull’occupazione.  Anche la flessione del dollaro statunitense , in calo  di circa il 5,50% negli ultimi mesi, ha influito sulla scelta, considerando che il debito pubblico Usa vale 29mila miliardi  di cui 13 miliardi sono detenuti dall’Unione europea. Il ministro d’Urso , due anni fa, disse che in Italia si sarebbero prodotti un milione di veicoli, in sei mesi, invece, non si sono superate le 125mila unità tra gli stabilimenti di Mirafiori , Cassino, Melfi e Pomigliano. E  proprio nel sito campano , che ha 125 anni di storia,  sono state costruite , dal 1973 sino ad oggi, oltre 5 milioni di Alfa. Ma un altro annuncio, altrettanto grave, ha  allarmato i dipendenti e i sindacati: è stata decisa la fine  del programma di sviluppo dell’idrogeno, un vettore  di energia pulita,  determinante per i veicoli commerciali leggeri. La motivazione rilasciata dall’azienda parla di assenza di prospettive  a medio termine per questo mercato, mentre, al contrario,  una grande parte dell’industria automobilistica , sta cercando di proporre l’idrogeno come alternativa alle grandi batterie dei veicoli elettrici. Antonio Filosa , che dirige Stellantis  dalla fine di giugno e spinge per rafforzare gli investimenti in America, ha deliberato il provvedimento dopo aver visto  le vendite  ferme a 300 unità della serie precedente, per cui considerandolo un segmento di nicchia,  senza grandi opportunità di redditività economica a medio termine. I lavoratori che si occupavano del progetto –  un centinaio –  verranno riorientati verso altri  piani.  Tra le altre case solo Toyota, Hyundai e Bmw continuano a credere nello sviluppo di questo carburante, solo Renault ha messo in liquidazione , all’inizio dell’anno, la sua fabbrica di veicoli commerciali a idrogeno di Flins, nel nord della Francia. Se rapportati ai  veicoli elettrici che iniziano, in particolari, nelle grandi città, ad essere molto presenti,  quelli a idrogeno consentono una carica di breve durata e, nello stesso tempo,  permettono una lunga autonomia. Necessitano di batterie più piccole , di meno materie prime, anche se i modelli sul mercato, attualmente sono costosi, come la realizzazione delle stazioni di approvvigionamento.

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