Le tensioni commerciali tra gli Stati Uniti e l’Europa – vi è stato un aumento delle tariffe sull’importazione di auto europee in Usa – iniziano a fare i primi danni. Stellantis ha deciso di sospendere la fabbricazione della Dodge Hornet, a partire dal 2026, nello stabilimento italiano di Pomigliano d’Arco che attualmente copre il 60% della produzione nazionale del costruttore. La Dodge è esportata negli Usa, il Nord America vale il 40% del fatturato totale di Stellantis che ha visto la sua valutazione trascinarsi intorno ai 25 miliardi , quattordici in meno del momento della sua costituzione, all’inizio del 2021, attraverso la fusione di Psa e Fiat Chrysler, oggi meno valorizzata di Volkswagen , Bmw, Gm e Ford. Il congelamento è sicuramente dovuto ai dazi minacciati dall’amministrazione Trump, arrivati sino al 30%, rendendo di conseguenza la fabbricazione della Dodge – crollata del 90% – meno competitiva e molto più onerosa, avrà ripercussioni dirette anche sull’occupazione. Anche la flessione del dollaro statunitense , in calo di circa il 5,50% negli ultimi mesi, ha influito sulla scelta, considerando che il debito pubblico Usa vale 29mila miliardi di cui 13 miliardi sono detenuti dall’Unione europea. Il ministro d’Urso , due anni fa, disse che in Italia si sarebbero prodotti un milione di veicoli, in sei mesi, invece, non si sono superate le 125mila unità tra gli stabilimenti di Mirafiori , Cassino, Melfi e Pomigliano. E proprio nel sito campano , che ha 125 anni di storia, sono state costruite , dal 1973 sino ad oggi, oltre 5 milioni di Alfa. Ma un altro annuncio, altrettanto grave, ha allarmato i dipendenti e i sindacati: è stata decisa la fine del programma di sviluppo dell’idrogeno, un vettore di energia pulita, determinante per i veicoli commerciali leggeri. La motivazione rilasciata dall’azienda parla di assenza di prospettive a medio termine per questo mercato, mentre, al contrario, una grande parte dell’industria automobilistica , sta cercando di proporre l’idrogeno come alternativa alle grandi batterie dei veicoli elettrici. Antonio Filosa , che dirige Stellantis dalla fine di giugno e spinge per rafforzare gli investimenti in America, ha deliberato il provvedimento dopo aver visto le vendite ferme a 300 unità della serie precedente, per cui considerandolo un segmento di nicchia, senza grandi opportunità di redditività economica a medio termine. I lavoratori che si occupavano del progetto – un centinaio – verranno riorientati verso altri piani. Tra le altre case solo Toyota, Hyundai e Bmw continuano a credere nello sviluppo di questo carburante, solo Renault ha messo in liquidazione , all’inizio dell’anno, la sua fabbrica di veicoli commerciali a idrogeno di Flins, nel nord della Francia. Se rapportati ai veicoli elettrici che iniziano, in particolari, nelle grandi città, ad essere molto presenti, quelli a idrogeno consentono una carica di breve durata e, nello stesso tempo, permettono una lunga autonomia. Necessitano di batterie più piccole , di meno materie prime, anche se i modelli sul mercato, attualmente sono costosi, come la realizzazione delle stazioni di approvvigionamento.