Sport

Mar 07 LO SPORT SI RIBELLA ALLA GUERRA

di Francesco Bonfanti

Non varrà quanto le parole dell’ONU o dei capi di stato, ma anche la fortissima presa di posizione del mondo dello sport rende bene l’idea di come si cerchi di isolare, in ogni ambito e con ogni mezzo possibile, la Russia (ma anche la Bielorussia, storicamente nella sua orbita) dal resto della comunità mondiale.

A prendere la decisione più drastica è stato il CIO, il Comitato Olimpico Internazionale. L’Esecutivo ha simbolicamente ritirato l’ordine olimpico, la massima onorificenza del movimento a cinque cerchi, al presidente russo Vladimir Putin (la Federazione mondiale di Judo, di cui è cintura nera, gli ha tolto la carica di presidente onorario e ambasciatore della disciplina), ma ad andarci di mezzo sono stati anche gli atleti, con il CIO che ha “vivamente raccomandato a tutte le federazioni mondiali di non invitare atleti russi e bielorussi nelle competizioni sportive internazionali”, esortandole a “garantire che nessun atleta o funzionario sportivo russo o bielorusso possa prendere parte sotto il nome di Russia o Bielorussia, ma solo come neutrali, senza inni e bandiere”. Il Comitato Paralimpico Internazionale si è allineato, escludendo gli atleti di Russia e Bielorussia dalle Paralimpiadi Invernali 2022 in corso di svolgimento a Pechino.

In ambito calcistico, la FIFA, che in un primo momento aveva soltanto imposto il campo neutro per le gare di calcio delle squadre russe e della nazionale, ha cambiato idea, stabilendo che la Russia non giocherà il Mondiale di Qatar 2022. La nazionale è stata così estromessa dai playoff che avrebbe dovuto disputare a fine marzo, affrontando prima la Polonia in semifinale e poi, in caso di vittoria, la vincente di Repubblica Ceca-Svezia, ma tutte e tre le possibili avversarie avevano già detto di non essere intenzionate a scendere in campo. La finale di Champions, prevista a San Pietroburgo, è stata tolta alla città russa e riassegnata a Parigi. Contestualmente è stata estromessa dalle coppe europee l’unica squadra russa ancora in corsa, lo Spartak Mosca, che negli ottavi di finale di Europa League avrebbe dovuto affrontare i tedeschi del Lipsia, ora promossi a tavolino ai quarti. Non solo, perché la UEFA ha anche rescisso il contratto con il colosso energetico Gazprom, che dava il proprio nome allo stadio di San Pietroburgo (la Gazprom Arena) e garantiva 45 milioni di euro l’anno. 

In occasione del derby di Milano di Coppa Italia, tutto lo stadio di San Siro ha voluto mandare un messaggio di pace, con i tifosi rossonerazzurri che prima della partita hanno sventolato tutti insieme bandierine con i colori giallo e blu della bandiera ucraina, ascoltando commossi il videomessaggio sul maxischermo di uno dei figli più amati di Milano, Andriy Shevchenko, che avvolto nella bandiera del suo paese ha rivolto, con il volto sensibilmente segnato da tanti giorni di angoscia, il suo messaggio agli italiani: “Cari amici italiani, da San Siro vi chiedo di far sentire il vostro sostegno per la pace in Ucraina. Il popolo ucraino vuole la pace, perché la pace non ha confini, perché ciò che ci unisce deve essere più forte di ciò che ci divide. Fermiamo insieme questa guerra. Un abbraccio a tutti”, tra gli applausi e le lacrime di tutto lo stadio. 

Il mondo della Formula 1 è stato tra i primi a reagire dopo lo scoppio della guerra, decidendo di annullare il Gran Premio di Sochi in programma nel weekend del 23-25 settembre, mentre la scuderia Haas ha licenziato il pilota russo Nikita Mazepin e ha rescisso anche il contratto con lo sponsor principale, l’azienda chimica Uralkali, di proprietà del padre dello stesso Mazepin, oligarca con rapporti molto stretti con il Cremlino. 

Nel giorno in cui è diventato numero 1 al mondo nella classifica ATP di tennis interrompendo il dominio di Djokovic, il tennista russo Medvedev ha voluto prendere posizione sul conflitto, con un appello di pace rivolto dalla sua pagina Instagram: “Voglio parlare a nome di ogni bambino del mondo. Tutti hanno sogni, la loro vita è appena iniziata, ogni bambino non dovrebbe smettere di sognare”. 

In generale, tutti gli sport hanno preso posizione in maniera chiara: così la Federazione Internazionale di volley ha ufficializzato che la Russia non sarà la sede dei Mondiali di pallavolo maschili in programma dal 26 agosto all’11 settembre, l’Eurolega di basket ha sospeso Cska Mosca, Unics Kazan e Zenit San Pietroburgo dalla competizione e il Lokomotiv Kuban dall’Eurocup. L’International Tennis Federation ha annunciato di aver cancellato a tempo indeterminato tutti i tornei del circuito in calendario in Russia, così come la Federnuoto mondiale ha annullato i Mondiali junior in programma a Kazan. Annullati dal calendario tutti gli eventi della Federginnastica in Russia e Bielorussia, escluse da ogni competizione internazionale di rugby le nazionali dei due paesi e annullati nelle stesse nazioni tutte le gare di sci. 

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