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Giu 16 LUCA DE MEO LASCIA RENAULT: IL TERREMOTO CHE HA FATTO TREMARE PARIGI

di Bianca Carretto

E’ un terremoto che ha fatto tremare, a Parigi,  in una afosa  domenica sera, il costruttore Renault: Luca de Meo lascia la direzione del gruppo. Sono passati cinque anni dal suo arrivo nella sede di  Boulogne- Billancourt,era il 1 luglio 2020 e ieri, ha giudicato che il suo compito fosse finito, abbandona il marchio della Losanga  in una posizione più sicura ma non ancora sicurissima. Ha buttato alle spalle il legame con Nissan, stava preparando un nuovo piano industriale e era in fase di organizzare  molti lanci di nuovi modelli, elaborati direttamente con la sua squadra.  Voleva forse respirare un’aria nuova, nel mondo del lusso da cui é stato sempre attratto, ora porterà le sue competenze  da Kering, la  società di Francois-Henri Pinault che sta soffrendo – come tutta la moda -un calo  globale, in particolare, dopo l’uscita del direttore creativo Alessandro Michele, del marchio Gucci.  

De Meo ( nato a Milano 58 anni fa,ma di origini pugliesi) ha percorso tutta la sua carriera nel settore automobilistico, era arrivato nel 2002 nel gruppo Fiat per occuparsi di Lancia, ma aveva salvato il costruttore torinese creando la nuova 500, diventando un manager di successo poiché la piccola vettura aveva aiutato la Fiat ad uscire dalla profonda crisi in cui versava. Sergio Marchionne lo considerava il suo braccio destro ma due prime donne non potevano  sopravvivere insieme, anche se recentemente, aveva confidato che l’uomo con il pullover era stato il “ suo maestro”. Luca  diede le dimissione per  entrare a far parte del gruppo Volkswagen, prima come direttore marketing di tutti i marchi e dopo come membro del consiglio di amministrazione  del brand Audi e riportò in auge Seat grazie all’impulso di Cupra. Aveva recentemente incontrato John Elkann  ed, entrambi, avevano dichiarato al quotidiano francese Le Figaro  che “ la sorte dell’industria automobilistica  europea si gioca tutta nell’anno in corso”. Lui é passato a scommettere su  un altro tavolo.

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