E’ un terremoto che ha fatto tremare, a Parigi, in una afosa domenica sera, il costruttore Renault: Luca de Meo lascia la direzione del gruppo. Sono passati cinque anni dal suo arrivo nella sede di Boulogne- Billancourt,era il 1 luglio 2020 e ieri, ha giudicato che il suo compito fosse finito, abbandona il marchio della Losanga in una posizione più sicura ma non ancora sicurissima. Ha buttato alle spalle il legame con Nissan, stava preparando un nuovo piano industriale e era in fase di organizzare molti lanci di nuovi modelli, elaborati direttamente con la sua squadra. Voleva forse respirare un’aria nuova, nel mondo del lusso da cui é stato sempre attratto, ora porterà le sue competenze da Kering, la società di Francois-Henri Pinault che sta soffrendo – come tutta la moda -un calo globale, in particolare, dopo l’uscita del direttore creativo Alessandro Michele, del marchio Gucci.
De Meo ( nato a Milano 58 anni fa,ma di origini pugliesi) ha percorso tutta la sua carriera nel settore automobilistico, era arrivato nel 2002 nel gruppo Fiat per occuparsi di Lancia, ma aveva salvato il costruttore torinese creando la nuova 500, diventando un manager di successo poiché la piccola vettura aveva aiutato la Fiat ad uscire dalla profonda crisi in cui versava. Sergio Marchionne lo considerava il suo braccio destro ma due prime donne non potevano sopravvivere insieme, anche se recentemente, aveva confidato che l’uomo con il pullover era stato il “ suo maestro”. Luca diede le dimissione per entrare a far parte del gruppo Volkswagen, prima come direttore marketing di tutti i marchi e dopo come membro del consiglio di amministrazione del brand Audi e riportò in auge Seat grazie all’impulso di Cupra. Aveva recentemente incontrato John Elkann ed, entrambi, avevano dichiarato al quotidiano francese Le Figaro che “ la sorte dell’industria automobilistica europea si gioca tutta nell’anno in corso”. Lui é passato a scommettere su un altro tavolo.