Moda

Apr 30 LUDOVICA E ROBERTO PALOMBA: LE CASE DOPO IL LOCKDOWN SARANNO DEI TEATRI DIGITALI

Cristiana Schieppati

Ludovica e Roberto Palomba, architetti e designer, hanno fondato nel 1994 palomba serafini associati uno studio che si occupa di consulenza a 360°, dagli interiori al marketing consulting. Ludovica e Roberto seguono progetti di design ad ampio respiro, ultima la casa dell’influencer Paolo Stella.  Li abbiamo interpellati per farci dire la loro visione su come cambieranno le esigenze di arredo e living dopo questo lockdown, scoprendo che dovremo sempre di più creare un’area per lo smart working.

 

Siete riusciti a lavorare in questo periodo? 

Si il lavoro procede e devo dire molto più del solito, perché di norma gran parte del tempo lo passiamo a viaggiare mentre  adesso abbiamo molto più tempo per pensare, analizzare e progettare.

 

Le case e l’arredo cambieranno anche in funzione del coronavirus?

Intanto ci auguriamo che il Covid 19 possa essere presto archiviato in modo da non dovercene occupare più.  Sicuramente la casa post coronavirus avrà nuove caratteristiche, imparate dal lockdown.  Lavorare in smart working  non sarà una tendenza ma una necessità, anche in termini di sostenibilità.  Chi vuole rinunciare ad un cielo così  pulito come lo abbiamo avuto in questi mesi a  Milano? La casa diventerà uno spazio sempre più  digitale. In questo periodo infatti,  per l’impossibilità di uscire, abbiamo imparato a socializzare in modi diversi, chat,  video call, meeting aziendali, le nostre case diventeranno presto teatri digitali.

 

Gli italiani sono stati chiusi nella propria abitazione per più di 50 giorni, pensate che siano  cambiate le esigenze di come vivere la casa? Più lavoro forse per gli architetti?

 

Gli italiani sono purtroppo ancora barricati in casa, questo consente alle persone di riappropriarsi dei propri spazi.  In questi giorni tante persone continuano a chiederci consigli su come aumentare il comfort di questi spazi.

 

Tra i vostri progetti anche la casa di Paolo Stella, progettata per essere social. Oggi i clienti richiedono arredi “instagrammabili”?

 

Esattamente, la casa di Paolo rappresenta il modello di riferimento di come deve essere oggi uno spazio domestico, una casa da abitare, ma creata anche per accogliere una cena con gli amici, anche virtuale.

 

Avete da poco festeggiato 25 anni di attività quale progetto vi è rimasto nel cuore

 

Venticinque anni sono veramente volati, non so sinceramente quale sia quello che ci è rimasto nel cuore, i progetti sono come figli, non c’è un favorito, sono atti di amore. Possiamo dire 25 anni estremamente “riproduttivi”!

 

Se doveste consigliare agli italiani un cambiamento di arredo quale sarebbe?

 

In generale le case degli italiani sono timide e pasticciate, non parliamo di quelle disegnate da architetti ma di quelle che vengono costruite spontaneamente, sommando oggetti e pezzi che in genere non dialogano fra di loro. Provate ad immaginare la casa come il vostro armadio, crediamo che sia giunta l’ ora di buttare via qualche pezzo che ormai non vi sta più e costruire cosi un guardaroba che veramente vi somigli.

 

Che progetti avevate per la design week e come avete gestito il cambio di programma?

 

Moltissimi, a partire dal lancio di una nuova collezione per Ideal Standard e progetti altrettanto importanti per altre aziende.  Il cambio di programma? Lo gestiamo con molta pazienza e spirito di collaborazione.

 

Un consiglio di interior design per chi ci legge

 

Non potendo parlare di un progetto specifico possiamo solo parlare di ispirazione.  Fate un giro sulla nostra pagina Instagram @palombaserafini e se c’è qualcosa che vi ispira daremo volentieri dei consigli, malgrado siate tanti riusciamo sempre a rispondere a tutti.

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