Moda

Ott 27 MAURIZIO LOMBARDI: AL FESTIVAL DEL CINEMA CON UN PROGETTO DI REBECCA BAGLINI

Il progetto Maurizio Lombardi nasce da una visione antica e contemporanea: quella del buon gusto come disciplina, del vestire come linguaggio dell’anima, dell’eleganza come forma di pensiero. 

Una ricerca che affonda le radici nel tempo, tra i codici della sartoria classica e la sensibilità teatrale di chi conosce la scena e il silenzio, la parola e il gesto. 

Per la conferenza stampa, la scelta è caduta su Louis Vuitton, interpretato attraverso tweed corposi, texture dalla memoria inglese e accessori che diventano segni di distinzione: una cravatta trattenuta da una spilla Chopard, stringate Santoni lucidate a specchio — un equilibrio calibrato tra classicismo e dissonanza, come in una partitura. 

Per il red carpet della serata di gala, un completo bicolor Louis Vuitton incarna un’eleganza più astratta e metafisica: spille ispirate al fiore iconico di Tiffany, diamanti che affiorano come luce e un occhiale tondo dal riflesso cromato, quasi futurista, come se il tempo si specchiasse nel dettaglio. 

L’ispirazione profonda è Gabriele D’Annunzio: non solo l’esteta, ma l’uomo che faceva del proprio guardaroba un tempio dell’identità, dove ogni bottone, ogni tessuto, ogni profumo era una parola del suo romanzo visivo. 

Lombardi, attore e intellettuale del nostro tempo, ne raccoglie l’eredità spirituale: la cura del sé come forma d’arte, la teatralità come verità, la moda come vocabolario dell’anima. 

Il percorso stilistico con Maurizio è un lavoro d’intarsio: un viaggio nella sua immagine e nella sua carriera, un continuo rimando tra palco e vita. 

Attraverso i codici dell’abbigliamento, ricostruiamo il suo alfabeto di stile, un linguaggio fatto di equilibrio, ironia e profondità, dove il vestire non è ornamento ma narrazione intima, un atto di presenza poetica. 

IL DETTAGLIO DELLE SPILLE: 

Amapola, parola spagnola che significa papavero, è una delle creazioni più liriche di Elsa Peretti per Tiffany & Co. 

Nasce come un esperimento radicale di materia e percezione: una spilla in cui la seta rossa, viva e fragile, si unisce alla freddezza del metallo e dei diamanti, creando un equilibrio raro tra corpo e luce, gesto e forma. 

I petali, sottili e mobili, sembrano respirare con chi li indossa. Lo stelo, in oro o platino, si distende come una linea grafica perfetta, custodendo un pavé di diamanti che ne sigilla l’immortalità. È un gioiello che non rappresenta un fiore: lo diventa. 

È la stessa tensione che oggi ritroviamo nel dialogo tra Maurizio Lombardi e D’Annunzio: due presenze complementari, come tessuto e luce, che trasformano la fragilità in forza e la precisione in emozione. 

Amapola non è solo una spilla: è un pensiero sulla forma, sul tempo e sulla leggerezza. 

Un papavero di seta che sfida l’eternità del diamante. 

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