Moda

Gen 13 TU LO SAI CHI E’ LA BOCCARDI? UNA GIORNALISTA FUORI DAL CERCHIO. ECCO UN LIBRO SU DI LEI

Cristiana Schieppati

Avrebbe compiuto 90 anni quest’anno la collega Luciana Boccardi. Una signora, un’autorevole firma della moda, una solare amica che è mancata nella sua amata Venezia.

Nel 2020 aveva iniziato a scrivere la trilogia che ripercorreva la sua vita, colma di avventure e colpi di scena e di legami speciali che hanno arricchito noi lettori e che ci lasciano orfani del terzo libro incompiuto e di quella voce con il suo accento veneto che resta nei nostri cuori.  La vogliamo ricordare con questo articolo pubblicato l’11 giugno 2020 in occasione dell’uscita del libro di Alda Vanzan.

TU LO SAI CHI E’ LA BOCCARDI? UNA GIORNALISTA FUORI DAL CERCHIO. ECCO UN LIBRO SU DI LEI

Sai Cristiana che hanno scritto un libro su di me? Ma ti sembra possibile, ma io chi sono? Nessuno. ” Luciana Boccardi mi telefona un giorno del lockdown e quasi indifferente alla situazione che stavamo vivendo mi racconta dei tanti progetti che ha in corso e,  soprattutto, mi svela che una giornalista  de Il Gazzettino, Alda Vanzan, sta scrivendo un libro su di lei.  “Perché no!”  dico io, quando dall’altra parte del telefono so esserci una delle giornaliste più acute, preparate e informate sulla storia del costume e della moda del nostro Paese.  Una donna con una forza insospettabile che si cela dietro ad  occhi vivaci e curiosi. La Boccardi, cosi la chiamiamo tutti, è anche il titolo di questo libro che indaga nella vita di una donna che ha conosciuto Ingrid Bergman , che ha intervistato il papà di Anna Frank e che ha assistito a tutti i fenomeni sociali. Si definisce una giornalista fuori dal cerchio, che non ha mai avuto paura di essere accettata o meno. “Gli influencer? ci sono sempre stati , ad esempio Caterina de’ Medici o Isabella d’Este” .

“Mai paura di niente” è la frase guida di Luciana Crovato,  il suo vero nome. Una frase appresa dal padre dopo l’incendio che gli bruciò gli occhi e portò la famiglia a vivere di stenti. Una frase che l’avrebbe accompagnata sempre, sin da quando fu costretta ad abbandonare gli studi, a lavorare di giorno e a frequentare un corso di stenodattilografia la sera, fino a diventare una “mitraglietta”. La sua “università” fu la Biennale. L’approdo al giornalismo un premio per un racconto breve consegnatole da Georges Simenon. Poi sarebbero arrivati i libri e la direzione di due riviste, le sfilate organizzate a San Marco e al Lido, la fase “femminista” e l’amore spassionato per la sua Venezia con le battaglie per i referendum, perfino un ristorante suggeritole da uno stilista.

Ma soprattutto è la storia della giornalista, assegnata alla moda in un tempo in cui le sfilate stavano nella pagina dei necrologi.
Del resto erano ancora gli anni in cui il défilé serviva per presentare i vestiti: «Un numerino per ogni abito. Il tutto in un silenzio religioso». E le modelle? «Inesistenti». Per dire: «Marta Vacondio che lavorava in un atelier come sartina, e indossatrice quando serviva, ha dovuto sposare Marzotto per diventare famosa». Poi arrivarono i rutilanti anni 80, con le super-top di Gianni Versace, il compianto stilista che scriveva a Luciana: «Cara signora, la moda italiana ha bisogno di lei» (ma re Giorgio Armani le dà ancora del tu: «Grazie per avermi conferito la medaglia di chi è riuscito ad alzare una barriera contro la volgarità. È il miglior complimento che mi potevi fare!»). Da questo punto di vista, la Boccardi ne ha per tutti (e, come annota la Vanzan: «Ecco, il problema non era farla parlare. Era farla smettere»). Valentino? «La gentilezza». Claudia Schiffer? «Un libro mastro vivente». Krizia? «Un po’ spietata. Ma tanto brava». Naomi Campbell? «Maleducata». Dolce&Gabbana? «Terribilmente volgari». Il preferito? «Senza dubbio Emanuel Ungaro», il mentore che la convinse perfino ad aprire un ristorante a Castello, dove proporre il risotto alla Sultana tramandato dalla nonna con gli avanzi del fritto di Carnevale. Anche se davvero memorabili sono i ricordi delle cene preparate da Alfredo e Arturo del Toulà per la maison Missoni: «C’era di tutto, ma solo e rigorosamente cucina veneta che sia Ottavio che Rosita apprezzavano tanto». Mentre adesso ci sono «pasticcini tutti uguali, senza sapore» e «l’ignoranza e la supponenza» dei pierre a cui Luciana è orgogliosamente allergica. Leggere per credere l’episodio, visto con i suoi occhi e riportato da nessuna testata, della torta in faccia ad Anna Wintour.
Nelle 128 pagine del libro  pubblicato dalla casa editrice veneziana Supernova, ci sono le sue lotte, un carattere non facile, la caparbietà e la voglia di arrivare, ma ci sono sicuramente anche i contorni di un viaggio professionale di quelli che non si compiono più.

4 risposte a “TU LO SAI CHI E’ LA BOCCARDI? UNA GIORNALISTA FUORI DAL CERCHIO. ECCO UN LIBRO SU DI LEI”

  1. Renata molho ha detto:

    Mi dispiace davvero tanto. Era una persona sorprendente, anticonformista, educata ed eccentrica. Spero sia stata un po’ felice e che sia in un posto divertente e sereno. renata

  2. Elisabetta Ricotti ha detto:

    L’avevo conosciuta una ventina di anni fa. Mi aveva contattata lei per proporre all’azienda con la quale lavoravo un progetto molto bello, purtroppo mai realizzato.. Una donna eccezionale che nella piacevolissima giornata passata con lei a Venezia mi aveva fatto scoprire angoli poco noti e sorprendenti della città. Elisabetta

  3. Elisabetta Invernici ha detto:

    Che dire, la mia grande amica veneziana, sempre sul pezzo, sempre propositiva.Con lei la storia del costume diventava quotidianità, si parlava di Callas, Cortese, Genoni, Borelli come fossero persone della porta accanto, argomenti di cui era competentissima e che arricchiva spesso di aneddoti nuovi, di testimonianze intriganti .L’ultima volta che ci siamo sentite abbiamo ricordato Brunetta , un altro genio, un’altra passione in comune che mi impegno a celebrare anche per lei. Luciana è una cronista di moda di cui sentiremo la grande mancanza, perdiamo un affetto e restiamo più sole. Elisabetta

  4. Marisa Gorza ha detto:

    Ciao Luciana, non potrò mai dimenticare quando in una piccola asta di beneficenza tenuta nel tuo giardino della casa veneziana, sono riuscita ad acchiappare una tua coloratissima sciarpa. L’avevi ceduta con il tuo solito fair play e con quella gentilezza d’animo che ti caratterizzava. Cara Luciana, sarai sempre nel cuore, non solo di chi ha avuto il privilegio di conoscerti, ma anche di chi ha avuto modo di leggere qualche tuo scritto, pieno di sagacia e di uno spiritaccio indomito!

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