Auto

Gen 25 PER VIA DELL’ALGORITMO

di Carlo Sidoli

I numerosi DPCM che si sono susseguiti dall’inizio della pandemia di Coronavirus (un paio al mese) hanno suscitato moltissime proteste in vari settori delle attività commerciali e non solo (vedi, ad esempio, la didattica). Perciò parlare dei disagi degli automobilisti può sembrare fuori luogo, ma è indicativo delle incertezze e della confusione che attanagliano i legislatori e quindi ce ne occupiamo. Molti che, come il sottoscritto, risiedono in un “piccolo comune” (meno di 5000 abitanti) si saranno chiesti che importanza avevano, ai fini dei possibili spostamenti in automobile, le norme del cosiddetto “Decreto (DPCM) di Natale” nelle regioni “arancioni”, nei giorni 28, 29, 30 dicembre 2020 e 4 gennaio 2021.  Esso diceva, in sostanza, che ci si poteva spostare in auto dalle ore 5 alle ore 22 per una distanza massima di 30 km, purché si evitasse di attraversare i confini dei capoluoghi di provincia. Qualcuno avrà maledetto quella decisione di “accorpamento” (a favore della quale magari ha anche votato in un referendum locale) con cui, non molto tempo fa, si sono riuniti a formare un solo comune alcuni paesini adiacenti che singolarmente avevano meno di cinquemila abitanti e ora invece, messi insieme, superano tale quota: gli fu vietato di uscire dal territorio comunale. Quel qualcuno si sarà anche chiesto: «ma perché se non ci fosse stato l’accorpamento avrei potuto e ora non posso?». Risposta: «per via dell’algoritmo». Passiamo a considerare i “30 km” e diciamo subito che (logicamente) non sono i 30 km che uno può leggere sul contachilometri della sua auto, bensì 30 km in linea d’aria dai confini del comune di residenza. Poiché, probabilmente nessuno è dotato della strumentazione aeronautica adatta a calcolare tale distanza, occorreva munirsi di carta geografica e compasso per tracciare il cerchio ideale entro cui mantenersi se ci si voleva spostare in auto. Ma non è detto che entro tale area ci si potesse muovere liberamente: se vi è compreso, in tutto o in parte, il territorio di un capoluogo di provincia, esso andava evitato e “circumnavigato” come fosse un lago o un vulcano attivo. «Ma perché, dato che si può attraversarlo rapidamente e senza uscire dall’auto?». «Per via dell’algoritmo». Pertanto la cartina geografica di cui sopra deve riportare con precisione i confini territoriali dei capoluoghi di provincia che vanno “scontornati” con cura. Ora, l’Italia, in gran parte, non è territorio pianeggiante per cui, ponendo che dal punto di partenza A a quello di arrivo B (ovviamente ubicato nel famoso cerchio) aveste trovato la via idealmente sbarrata da un territorio amministrato da un capoluogo di provincia, vi toccava fare una “diversione” e avventurarvi per monti e valli, per tanti chilometri e per tanto tempo. C’è anche il caso che non si possa mai arrivare al punto B perché non v’è strada alternativa che non abbia altri sbarramenti virtuali. «Ma perché devo spendere tempo e denaro per programmare l’itinerario e allungare a dismisura un viaggetto di mezz’ora?». «Per via dell’algoritmo». Poiché mi è capitato, sono certo che la maggior parte delle pattuglie che controllano il transito dei veicoli ha una dose di buon senso che va ben oltre quella di chi ha steso il decreto, di chi l’ha approvato e di chi l’ha reso esecutivo. Spiegando le proprie esigenze e facendo magari notare che la segnaletica stradale (al solito) è carente se non addirittura inesatta, non si viene sanzionati (sarebbero multe “salate”: da 400 a 1.000 Euro). Se però ciò accadesse, sono altrettanto sicuro che la buona fede sarebbe riconosciuta in sede di ricorso. Ma anche qui: «perché devo perdere ancora tempo e denaro per far valere le mie ragioni?». «Per via dell’algoritmo». Allora vale la pena precisare che l’algoritmo non è una legge divina, un karma o un principio matematico. È semplicemente una formuletta che fa riferimento a un “flusso di dati” e che viene utilizzata per arrivare a delle conclusioni: se il flusso di dati è incoerente o insufficiente o persino sovrabbondante, le conclusioni sono sbagliate e l’algoritmo va cambiato. Per inciso, anche il “colore” delle regioni è definito da un algoritmo.

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