Auto

Set 28 QUESTIONE DI FIDUCIA

di Carlo Sidoli

“Comprereste un’auto usata da quest’uomo?”. Questa frase affiancata all’immagine di un Richard Nixon con l’aria da furbacchione fu un manifesto molto diffuso durante la campagna elettorale americana del 1960 e contribuì senz’altro alla vittoria risicata del suo avversario, il democratico John Kennedy esteticamente assai più valido e rassicurante. Peraltro nel 1968 e nel 1972 gli americani l’avrebbero comprata un’auto usata da Nixon, dal momento che lo elessero presidente degli USA due volte di seguito e che egli rimase in carica fino alle dimissioni conseguenti al famoso “Scandalo Watergate”. Sessanta anni fa, con quel manifesto dal tono umoristico, si voleva screditare un candidato anche solo in base al suo aspetto poco rassicurante. La figura di chi vende un’auto usata è molto diffusa oltreoceano sia che si tratti di un automobilista qualunque che vuole cambiare la propria vettura, sia che si tratti di un professionista che gestisce un parco di “used cars”; perciò quello slogan ebbe successo ai fini elettorali. Chi propone un affare deve ispirare fiducia, intrattenersi affabilmente e dare garanzie, mentre magnifica il prodotto. Quando firma il contratto, sarà bene che non menta sulle qualità (residue) della vettura, come i consumi e le prestazioni, altrimenti riceverà una lettera da un avvocato. Invece, comprare un’auto nuova è tutt’altra cosa, molto più impersonale e sbrigativa e, soprattutto, non c’è alcun contatto tra cliente e proprietario (in questo caso produttore) il quale può essere individuato, con molta approssimazione, nell’amministratore delegato di una società.

Questa incomunicabilità è la prassi normale, che può avere qualche eccezione nel caso di piccole aziende da poche vetture l’anno e ne ha una clamorosa nel caso di Tesla, che di auto totalmente elettriche ne ha già vendute più di un milione, e ha nel suo fondatore Elon Musk chi la “promuove” in prima persona. Durante il “Battery Day” del 23 settembre scorso egli ha tracciato il quadro delle attività e annunciato il lancio di due nuovi modelli, uno “economico” da 25.000 dollari per il 2023 e uno al vertice delle prestazioni, da 140.000 dollari, con tre motori per un totale di 1.100 cavalli (809 kW) per fine 2021, di cui sono aperte le prenotazioni. C’è da dire che già in passato Elon Musk aveva annunciato scadenze che poi non aveva saputo rispettare, come ad esempio l’autonomia totale della guida, prevista per il 2017 e oggi ancora in programma. Fatto sta che la società Tesla sembra in salute e che tante altre iniziative di Musk sono un successo, prima tra tutte SpaceX (impresa aerospaziale, che rifornisce la Stazione Internazionale orbitante e punta a colonizzare Marte). Spesso il modo di comunicare del “patron” è stravagante e persino fuorviante come quando nel Battery Day ha annunciato la produzione di nuove batterie (sigla 4680) dal contenuto di energia 5 volte superiore, dalla potenza 6 volte maggiore e dall’autonomia aumentata del 16% rispetto a quelle in uso (siglate 2170; le sigle sono indicative delle dimensioni). Egli “ha dimenticato” di dire che le nuove batterie sono più pesanti e voluminose delle attuali per cui i vantaggi effettivi sulle prestazioni dell’auto elettrica sarebbero ridotti, in termini di energia e potenza, a qualcosa meno del doppio; il che è già moltissimo e straordinario, se si aggiunge che costano meno a pari contenuto di energia e non contengono cobalto (materiale da maneggiare con precauzione, monopolizzato e ricavato con mano d’opera semi-schiavizzata). Però tutti si aspettavano che si parlasse del “milione di miglia” di autonomia promesse in agosto. L’ormai ricchissimo Elon Musk è geniale, ambizioso e stravagante, come quando si esibisce fumando uno spinello durante una conferenza stampa o quando si presenta imbracciando una specie di lanciafiamme in funzione, da usare per accendere il fuoco del barbecue. Accenniamo solo che ha chiamato il figlio “X AE A-12” (“Little X” familiarmente) e che, tramite la sua società Neuralink, ha fatto installare nella testa di un maiale dei rilevatori elettrici da collegare al computer, allo scopo di migliorare le ricerche su alcune pericolose e diffuse malattie cerebrali. Allora è il caso di chiedere: comprereste un’auto (nuova) da Elon Musk?

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