No, non è un errore di battitura. “Stai tra” è la forma abbreviata (e aggiornata) di “stai tranquilla”, ma detta con quello spirito un po’ ironico, un po’ zen, tipico della Gen z. E’ un invito a non agitarsi, a non prendere tutto troppo sul serio, a lasciare andare.
A casa mia ad ogni mio accenno di isteria casalinga una delle mie figlie mi dice “dai ma stai tra”, specialmente quando chiedo loro di fare qualcosa in casa, tipo buttare la spazzatura o passare il Dyson.
L’arte di restare calmi quanto tutto urla è il diritto a rallentare senza sentirsi in colpa, a pensare prima di parlare, a dire “non adesso” senza doverlo giustificare.
Non so voi ma per me oggi essere calma è un lusso, significa non solo assenza di rumore, ma uno spazio mentale in cui puoi ascoltarti , scegliere, essere. E’ quando sei calmo che distingui l’essenziale dal superfluo, che smetti di piacere a tutti e inizi a piacerti davvero.
La Gen Z ha tradotto a modo suo il senso di abbassare il volume del fuori e alzare il volume del dentro.
Quel “keep calm” da meme ha qualcosa da insegnarci e vi posso assicurare che finalmente in questa fase della mia vita ho imparato a non prendere tutte le cose di petto ed a farmi sopraffare dai problemi.
Mettiamo settimana scorsa, dove avevo tre impegni importantissimi: i CHI E’ CHI Beauty Awards, la riunione con la giuria dei CHI e’ CHI Fashion Community Awards e la riunione per l’organizzazione dei CHI E’ CHI Awards Sport & Stile.
Ecco, esattamente lunedì mattina alle ore 8,30 mi sono piombati in casa gli imbianchini del condominio per riparare una perdita di un mese prima. Provare a rimandare dite voi? “No signo’ o adesso o a settembre”… e così in preda agli eventi, ho iniziato a svuotare gli armadi e tra una riunione e l’altra guardavo la telecamera per vedere cosa stava succedendo in casa.
Oltre a questo mi sono trovata anche Susy e Giorgio come nuovi inquilini. Si tratta di due piccioni che hanno deposto le uova sul mio balcone in un vecchio vaso rotto e si alternano nella covata…lei anche se esco fuori non si muove, lui, un po’ fifone (come molti maschietti), vola via. Abbiamo chiesto all’ Ai di spiegarci cosa avviene durante la covata di un piccione, io non ho avuto il coraggio di sfrattarli e gettare le uova, dovrò aspettare ancora qualche giorno per la nascita dei piccoli e poi devo attendere che volino via.
“Cri stai tra” mi ripeto ogni volta che non tutto va come avrei voluto ed ho scoperto che è molto meglio che vivere da persona nervosa.
Voglio dire, non sono mica Anthony Vaccarello che non ha lo sbatti di andare a Parigi per vedere la collezione e se la fa mandare tutta fino a Los Angeles prima della sfilata con un volo privato di andata e ritorno! Non sono un’archistar che ha lo chef che le prepara il menù in base alle calorie che deve assumere per mantenere il fisico!
Certo lo sanno tutti che nella moda ci sono due grandi categorie: le icone e gli altri.
I primi sono quelli che si alzano la mattina e riescono a rendere cool un mollettone da 2 euro mentre fanno colazione . Sono ovunque: sulle passerelle, nelle prime file, su tiktok. Non seguono la moda, la piegano. Parlano con termini tipo “volumi”, “costruzione del capo” “forma fluida” mentre tu stai ancora decidendo se mettere i jeans blu o quelli neri. Sono quelli che indossano il bianco in pieno inverno senza una macchia, che non hanno mai un cane da portare fuori o un sugo al pomodoro da preparare.
Poi ci siamo noi, che usiamo la moda per stare bene, non per dimostrare qualcosa, che mescoliamo Zara o Piombo di Ovs col vintage, la felpa con i mocassini, cambiamo la borsa lasciando al suo interno lo storico della nostra vita. Perché in fondo, anche nella moda, ci vuole chi disegna le architetture e chi le abita. Ci vogliono le muse e ci vogliono gli umani. L’importante è non smettere mai di giocare, sperimentare, ridere (anche di se stessi) e magari, ogni tanto, pure fare un total look degno di un applauso. Lo stile è sapere chi sei quando ti guardi allo specchio ed è per questo che anche quando in poche occasioni salgo sul piedistallo, resto sempre bene ancorata con i piedi per terra. La gloria è un concetto a scadenza breve: oggi ti applaudono, ti taggano, ti citano come ispirazione e domani sei superato, dimenticato, magari pure criticato.
Se sai chi sei resti stabile anche quando scendi dal piedistallo o quando cadi. Per questo mi piace essermi avvicinata sempre di più alla modalità “stai tra”, mi fa sentire libera.
Quando Danda Santini mi ha fatto i complimenti davanti a tutti durante la consegna dei premi del Beauty il mio pensiero era quello di non sembrare brava agli occhi dei presenti, così quando ha detto “Cristiana io ti ammiro per due cose” pensavo che almeno una fosse legata ai post leggeri che faccio sul mio IG e invece mi ha detto che sono meglio di Carlo Conti per come organizzo la scaletta, ma con più capelli. Subito Stefania Tranchino, la make up artist che lavora molto con questi personaggi televisivi mi ha detto “adesso glielo dico a Carlo che e’ stato nominato”. La seconda cosa per cui Danda mi ammira non me la ricordo ma sono felice già così. I premi della bellezza che organizzo con Cristina Milanesi sono un bel momento di incontro tra persone, aziende e brand che mettono testa e cuore nel creare qualcosa che ci rende migliori, almeno sotto l’aspetto fisico. Io ho sempre avuto la passione per la cosmetica, quando andavo all’università la mia tappa fissa era la Profumeria Mazzolari che per prima aveva i prodotti made in Usa come il top coat o la maxi lima con i disegni fantasia e quindi per me premiarli è stato come dare un senso a quel momento della mia vita. Da universitaria facevo anche la hostess e accettavo sempre i lavori nelle profumerie, sai quando ti fanno provare i profumi, perché poi tornavo a casa sempre piena di campioncini.
Oggi ho una passione sfrenata per i gloss, che quando li vedo su tiktok li ordino a qualsiasi ora e nella mia borsa ce ne sono sempre due o tre, mettermi un lip oil o il rossetto è un gesto che mi rilassa… anche a voi?
Perché mica siamo tutte nate Pina Gandolfi che secondo me è l’esempio della donna rilassata, anche se non sta ferma un secondo con i progetti e i temporary store legati alla sua collezione Pina G. Mi ha invitata a casa sua per una colazione e secondo me mi ha drogato perché sono uscita da li bella serena… che il cumino nel passato di zucca avesse proprietà calmanti?
Pina mi ha prestato un libro “Le mani della madre” di Massimo Recalcati che racconta i volti diversi della maternità mettendo in evidenza luci ed ombre. Un libro a tema visto che era la festa della mamma, ma anche perché con tutte queste influencer … ops…creator… che stanno sfornando creature, come Veronica Ferraro e Giulia De Lellis, mi conviene fare un ripasso, nel caso posso sempre fare la zia che offre consigli alle neo mamme.
Tra una Mantero comprata da Chanel e una Moreschi rilevata da Glam scopro che Morena Paleari schiude lo studio definitivamente e Vivetta Ponti sta scrivendo un nuovo capitolo “ In questi 17 anni ho vissuto una fiaba, ma come ogni favola che si rispetti c’è sempre una fine. Sto scrivendo un nuovo capitolo più in sintonia con quella che sono diventata oggi”; la devo sentire per farmi raccontare.
Svoltare pagina non è dimenticare, ma decidere che non ti rileggi più è quel momento in cui non aspetti più che le cose cambino, ma cambi tu.
Federico Poletti ad esempio ha iniziato un nuovo percorso, oltre al nuovo magazine Next Gen, come coordinatore scientifico del triennio in fashion marketing & communication dello IED moda di Milano. Il primo talk lo farà con Massimo Giorgetti di MSGM.
C’è poi chi, come Antonio Mancinelli, si ritrova a ritornare, per un gioco del destino, a scrivere sul quotidiano, da dove la sua carriera di giornalista era partita. “Oggi torno a fare quello che amo di più, raccontare la moda sui quotidiani, sono il nuovo editorialista per Editoriale Nazionale QN, Il Resto del Carlino, La Nazione e Il Giorno. Un pensiero affettuoso ad Eva Desiderio cui succedo sapendo che i giganti non si sostituiscono”, così annuncia in un post la sua nuova avventura.
Stare calmi, questo occorre fare quando la vita rilancia e si ha davanti un nuovo lavoro. Lo sa bene anche Eleonora Castagnola che ha lasciato Attila & Co per diventare la nuova Pr e Communication Coordinator di Dodo, ma lo sa anche Barbara Gianuzzi che ha festeggiato i suoi primi 15 anni regalandosi una pagina sul Corriere della Sera, perché un anniversario non è solo una festa ma dimostrazione di equilibrio: calmi nel guardare indietro senza rimpianti e calmi nel guardare avanti senza ansia.
E quanta calma avrà avuto Chiara Maci che ieri sera ha esordito con un monologo emozionante a Le Iene in cui raccontava la protagonista del suo primo romanzo “Quelle due” una storia di monogenitorialità ; “A stare soli nessuno te lo insegna, si impara sbagliando, inciampando, restando. Poi un giorno ti svegli e capisci che la solitudine non è mancanza, ma è spazio per riscrivere la tua voce”
C’ è una solitudine che pesa e una che protegge. Imparare a stare soli, senza sentirsi mancanti è un superpotere, non è un vuoto da riempire ma uno spazio da abitare.