Il divorzio politico tra Elon Musk e Donald Trump, non ha certamente aiutato a sostenere il marchio Tesla, in mano all’imprenditore che vuole partecipare alle prossime elezioni presidenziali di metà mandato. Le immatricolazioni del brand , nel primo semestre dell’anno, sono crollate in Europa del 45%, le ragioni possono essere trovate anche nella crescita di diversi concorrenti, molto più seducenti. Il costruttore della California ha registrato nel secondo trimestre un calo globale del 13,5% che si sono fermate a 384.100 unità, dopo aver già annotato un meno 13% nei primi tre mesi. Nonostante Musk abbia contribuito alla campagna presidenziale di Trump, i rapporti tra loro si sono bruscamente resi conflittuali con dichiarazioni e minacce da una parte e dall’altra, azioni che non hanno riconciliato gli appassionati di Tesla che volevano passare per ecologisti esemplari. Al contrario, un recente sondaggio ha rivelato che il 94% degli intervistati non voleva più acquistare veicoli elettrici del marchio, il 40% dei possessori attuali si dichiara imbarazzato di possedere un modello dell’azienda americana e, più di un terzo, pensa di rivendere nel più breve possibile la sua macchina. Infatti molti siti dedicati alle auto usate sono colmi di annunci per smaltire proprio le Tesla, ma il fattore politico non è il solo a condizionare il contesto. Logicamente la concorrenza cinese sta beneficiando di questa situazione, Tesla è ormai raddoppiata da Byd, che ha venduto un milione di veicoli a emissioni zero nel primo trimestre, un quarto in più rispetto a Tesla. Il segmento elettrico che cresce maggiormente in Europa è legato alle piccole auto, tipo R5 o Citroen C3 e il Model 2 promesso da Tesla non è ancora commercializzato e in molti si chiedono se lo sarà mai. L’americana aveva goduto fino ad ora di un vantaggio dovuto ai supercaricatori, colonnine ad alta potenza riservate ai suoi clienti che permettevano di affrontare lunghi viaggi in autostrada, in autonomia. La capitalizzazione di Tesla rimane comunque sempre impressionante, si avvicina a mille miliardi di dollari, una valutazione incommensurabile se confrontata con quella di Toyota ( 230 miliardi di euro), Volkswagen (circa 50miliardi), Mercedes (48 miliardi), Bmw ( circa 47 miliardi).