Una domanda d’attualità che non può avere una risposta univoca. Ben inteso, lo stesso vale per la domanda analoga, assai frequente, se convenga acquistare un’auto a benzina piuttosto che Diesel o a metano o a GPL. Dipende dall’uso che se ne vuol fare, dalle prestazioni richieste, dalla reperibilità dei rifornimenti, eccetera. Non solo, per molti automobilisti “passare all’elettrico” rappresenta anche l’opportunità per “passare” al cambio automatico, apprezzare la silenziosità di marcia, non consumare energia quando si è fermi nel traffico e addirittura recuperarla nelle fasi di rallentamento, ma anche (meno piacevolmente) la necessità di programmare attentamente itinerari e tempi in funzione delle soste necessarie per il rifornimento. Chi passa all’elettrico deve essere disposto a qualche cambiamento nel modo di guidare, il che può essere anche piacevole. Dal punto di vista prettamente economico, potrebbe essere utile andare a confrontare i “rimborsi chilometrici” pubblicati dai vari siti specializzati che tengono conto, modello per modello, del prezzo iniziale e del suo ammortamento, della tassa di circolazione, del premio di assicurazione, dei consumi e della manutenzione in funzione dei chilometri percorsi annualmente. Però, nel caso dell’automobile elettrica (e, in proporzione, per quella ibrida) entrano in considerazione ulteriori elementi economici perché il mercato automobilistico, già normalmente “drogato” dalla politica degli sconti, delle offerte, della supervalutazione dell’usato, della rottamazione gratuita del vecchio veicolo, eccetera, propone gli “incentivi specifici” connessi al concetto ecologico intrinseco dell’auto che consuma energia elettrica (“EV”). Come dire: occorre dare un valore alla possibilità di viaggiare anche nei giorni di “blocco del traffico” di accedere alle zone a traffico limitato o alla percorribilità delle corsie preferenziali o al parcheggio gratis se non addirittura riservato e persino alla ricarica gratuita, laddove ci siano le colonnine predisposte. Tutte cose che dipendono quasi sempre dalle amministrazioni locali e che oggi ci sono ma domani potrebbero essere revocate. In linea di massima, limitandoci al bilancio puramente economico e sull’esperienza, ancora limitata delle EV in circolazione, si delinea la situazione che la vettura elettrica ha un costo iniziale maggiore rispetto alla equivalente con motore tradizionale e poi, man mano che viene utilizzata, essa “recupera” grazie alla notevole convenienza del prezzo dell’energia consumata, che è di alcuni centesimi al chilometro.
Nel giro di poco tempo (4-6 anni) l’auto elettrica risulta più conveniente della “rivale” a benzina salvo poi presentarsi la necessità di sostituire tutte le batterie di trazione, che sono la parte più costosa dell’auto elettrica e che mediamente sono garantite per 8 anni o 160.000 chilometri. Ciò comporta un esborso oneroso, da 10.000 Euro in su (parecchio in su); una cifra che spesso supera il valore residuo del veicolo. Possiamo dire che questa “scadenza” (del cambio delle batterie) è il motivo di maggiore incertezza per chi si sente propenso ad acquistare un veicolo a motore elettrico. Un annuncio, atteso per questo mese e rinviato a causa della pandemia di Coronavirus in corso, ha dell’eccezionale perché toglierebbe di mezzo ogni dubbio a favore delle EV: arriveranno sul mercato nuove batterie garantite per 2 milioni di chilometri o 16 anni, come dire “garantite a vita”. Il produttore è la società cinese CATL (Contemporary Amperex Technology Limited), già attualmente fornitrice di Tesla, Volkswagen e altri, che le farebbe costare “solo” il 10% in più di quelle attuali e oltretutto non conterrebbero elementi in cobalto, materiale difficilmente reperibile, costoso e soggetto a monopolio. Sembra una cosa inverosimile e per la verità ci accontenteremmo di molto meno; comunque la faccenda è in mano a Elon Musk, il fantasioso manager, amministratore delegato di Tesla (ma anche proprietario di SpaceX, primaria industria aerospaziale), che sta scegliendo il giorno adatto per l’annuncio e che l’ha già chiamato “Battery Day”.
La Renault Zoe diventa anche Van. Con due posti, un volume di carico di 1.000 litri, un carico utile di 411 kg e un’autonomia dichiarata che arriva fino a 395 km WLTP, la nuova Zoe Van si propone come la soluzione ideale per una logistica sostenibile senza compromessi e senza “paranoie” da ricarica.
La vettura diventa quindi il mezzo ideale soprattutto per chi lavora nei trasporti urbani. Zero emissioni, zero emissioni acustiche, libero accesso ai centri storici e alle zone a traffico limitato, parcheggio gratuito sulle strisce blu sono solo alcuni dei vantaggi offerti dall’utilizzo di questa vettura.
Grazie alla modalità di guida B Mode, la guida è facilitata soprattutto in città o in caso di rallentamenti: il veicolo, infatti, decelera in modo molto più accentuato non appena il conducente toglie il piede dall’acceleratore e non si ha quasi più bisogno di utilizzare il pedale del freno.
La vettura è anche ben accessoriata: oltre alla griglia di separazione fra i 2 posti, il vano di carico rivestito in moquette e un telo copri-bagagli, completano la dotazione – comprensiva fra l’altro di Abs, Esp, airbag frontali e laterali – il climatizzatore automatico con modalità Eco, il driver display da 10’’, il sistema multimediale Easy-Link, e i servizi connessi Renault Easy Connect (programmazione ricarica e pre-condizionamento, geo-localizzazione punti di ricarica, EV Route Planner, etc.).
La Zoe Van è proposta ad un supplemento di 1.500 euro (iva esclusa) rispetto alla corrispondente versione autovettura.
Renault si prepara ad un’era della mobilità sostenibile per tutti. Quella che vede protagonista Smartcity ed eco-quartieri, veri e propri laboratori green dove i cittadini 2.0 vivono nel rispetto dell’ambiente e in cui ogni metro quadrato è valorizzato da trasporti a basso impatto ecologico, reinserimento della natura, ricorso alle energie rinnovabili. In che modo? Muovendosi, contemporaneamente, su mobilità elettrica, connessa, autonoma e sviluppo di nuovi servizi di mobilità.
Come avviene da Lombok a Utrecht, nei Paesi Bassi o da Västra Hamnen a Malmö, in Svezia, infatti, per rispondere alle esigenze di spostamento Renault entra in gioco con il servizio di car sharing elettrico e lo sviluppo sempre più preponderante di flotte di veicoli commerciali elettrici a zero emissioni (Kangoo Z.E. e Master Z.E), potendo contare sulla prossimità degli spazi logistici. Non solo. Nei prossimi anni, secondo l’azienda, anche piccoli robot-veicoli elettrici autonomi potrebbero tranquillamente trovare posto in questi ecoquartieri per effettuare il trasporto di merci o persone.
Il marchio sta già sperimentando EZ-POD, in collaborazione con La Poste Group. Una piccola flotta di dieci veicoli, nati piattaforma della Renault Twizy, ma senza plancia e comandi, aiutano nelle consegne, azionati dalla guida autonoma, telecamere, sensori lidar, gps e radar: sono forniti di due aperture laterali, due sedute. Inoltre, dei display all’interno sono pronti a fornire ai passeggeri informazioni sul percorso e sul funzionamento del mezzo istantaneamente. Il futuro potrebbe essere più vicino di quanto sembri.
Dalle biciclette elettriche agli scooter, dai monopattini ai mezzi in sharing, tutto ciò che serve per muoversi agilmente in città: dalla sinergia di Quattroruote e Dueruote nasce la sezione speciale web Urban Mobility, una guida alla nuova mobilità cittadina.
Come ci comportiamo, come lavoriamo e come ci muoviamo: la pandemia da Coronavirus ha inevitabilmente cambiato tutto e uno dei mondi a risultare maggiormente stravolto è proprio quello della mobilità. Oltre al devastante impatto sull’industria, sulla filiera e sulla vendita dei veicoli, uno dei temi oggi più discussi è quello degli spostamenti nelle grandi città. Un tallone d’achille che accomuna tutte le aree urbane, in primis quelle metropolitane, in cui alla riapertura delle attività è seguita una contestuale riduzione di capienza dei mezzi pubblici.
Nella consapevolezza che l’auto privata resta il mezzo più sicuro per muoversi, ma che non può rappresentare l’unica soluzione, le due e tre ruote, diventano o tornano a essere un’opportunità per molti. Confermando la naturale indole a riconoscere e interpretare le mutevoli esigenze del proprio pubblico, Quattroruote insieme a Dueruote ha messo a punto una nuova sezione speciale alimentata contemporaneamente da entrambe le redazioni e destinata a svilupparsi, integrandosi ulteriormente cross-site, già dal mese di giugno.
Vi si trova tutto quello che c’è da sapere in tema di biciclette a pedalata assistita, scooter, mezzi a tre ruote, monopattini elettrici, ma anche bike e ride sharing, quadricicli e citycar. Grazie alle competenze di Quattroruote e Dueruote, i contenuti di Urban Mobility spaziano dalle novità di prodotto alle prove di utilizzo, dalle news su normative e sicurezza alla guida all’acquisto di mezzi e accessori. Mettendosi anche nei panni di chi è un neofita della cosiddetta “micromobilità”, il nuovo speciale firmato Quattroruote e Dueruote, rappresenta un vademecum prezioso e aggiornato per gli spostamenti metropolitani.
L’iniziativa conferma inoltre l’attenzione che i due brand ripongono da sempre nell’informazione d’attualità offerta attraverso reportage, interviste e inchieste esclusive: proprio in occasione del lancio, un’indagine sul campo e in incognito condotta da Quattroruote su Milano, Roma e Napoli ha dimostrato come il fenomeno delle e-bike truccate sia molto diffuso tanto che un negozio su 4 tra quelli visitati è risultato disponibile a eseguire l’intervento, nonostante l’illegalità e la pericolosità.
Un interesse, quello per i temi di attualità, che ha registrato un incremento importante durante gli ultimi mesi, complice anche l’emergenza da Coronavirus, e che le property digitali di Quattroruote e Dueruote hanno dimostrato di saper cogliere e interpretare con efficacia: lo speciale BackonTrack realizzato sempre in sinergia dai due brand, ha registrato, nel periodo aprile – maggio, più di 2,3 milioni di Pagine Viste e 750 mila Browser Unici (dati Webtrekk, 1 aprile – 31 maggio).
Più in generale, se si allarga la forbice temporale al trimestre marzo – maggio coincidente con l’inizio del lockdown – i contenuti di attualità pubblicati dai due siti, segnano un traffico prossimo agli 85 milioni di Pagine Viste (pari a oltre il 40% del totale Pagine Viste dei due siti nello stesso periodo) e 17,5 milioni di Visite (pari a oltre il 50% del totale dei due siti nello stesso periodo).
A confermare l’appeal dell’approccio editoriale nel più recente periodo, è la Top Ten delle news negli ultimi 2 mesi (aprile e maggio, Fonte Webtrekk): sia per Quattroruote.it che per Dueruote.it, ben 4 contenuti su 10 sono pertinenti al tema Coronavirus e agli stravolgimenti più attuali in termini di mobilità, a decifrare il percorso verso una inattesa ed auspicata “new normality”.
Italia, Olanda, Svizzera, Spagna, Germania e Regno Unito: le polizie di questi Paesi, per i propri spostamenti, hanno scelto le auto della casa coreana. Fra le più gettonate, la Kona Electric (100% elettrica, oltre 400 km di autonomia e 80% di ricarica in 54 minuti tramite colonnina), la Nexo di seconda generazione e la ix35 Fuel Cell, entrambe a idrogeno, con quest’ultima utilizzata, dal 2017, anche dalla legione carabinieri per il Trentino Alto Adige.
Queste vetture rappresentano una soluzione ottimale anche per le forze dell’ordine: autonomie elevate, costi di gestione ridotti e, soprattutto nel caso di veicoli Fuel Cell, brevi tempi di rifornimento, sono tra i fattori particolarmente graditi dai corpi di polizia.
“L’apprezzamento dei veicoli a zero emissioni di Hyundai tra le forze di polizia in tutta Europa è una testimonianza della qualità e della versatilità di questi modelli – ha commentato Andreas Christoph-Hofmann, Vice President Marketing & Product di Hyundai Europa – il fatto che i nostri veicoli eco-friendly siano in grado di rispondere alle loro esigenze, oltre a quelle dei cittadini, dimostra come i nostri prodotti possano aiutare a rendere le nostre strade più sicure e più pulite”.
A Bilbao (Spagna) la più usata dalla polizia è la Hyundai Ioniq, il primo modello a offrire tre motorizzazioni sostenibili su un’unica carrozzeria: ibrida, elettrica o ibrida plug-in.
Convertirsi alla mobilità elettrica secondo Audi non è mai stato così facile. Parte l’Audi E-tron Bridge: formula di noleggio che permette al cliente elevata flessibilità ed eventuale uscita anticipata (senza oneri) tra il 6° e il 12° mese del contratto di locazione, in caso cambi idea sul veicolo a zero emissioni. Potendo opzionare così un’altra vettura più adatta alle proprie esigenze.
Un sistema che la Casa dei quattro anelli vuole utilizzare più che altro per spronare la clientela alla conversione all’EV, tanto che contratti con durata di almeno tre anni, avranno i primi tre mesi di canone gratuito e l’assenza di anticipo.
Dunque, per fare un esempio, con Audi E-tron Bridge è possibile mettersi al volante per 3 anni (45.000 chilometri) di Audi e-tron Sportback 50 quattro o Audi e-tron Sportback 55 quattro, approfittando di un canone mensile rispettivamente pari a 1.464 o 1.680 euro che include immatricolazione, IPT, tre anni di soccorso stradale e traino in Italia/Europa 24 ore su 24, tre anni di bollo (ove previsto), due cambi di pneumatici (invernali ed estivi), vettura di cortesia – anch’essa elettrica – tre anni di RCA e tre anni di manutenzione ordinaria – in base al programma Audi Premium Care – e straordinaria. Indispensabile, in caso di uscita, la titolarità sul primo e il secondo contratto.