BALLA CON I LUPI

Quando ho visto la sfilata di Louis Vuitton di Pharrell Williams sui nativi americani ho avuto un déjà vu . Perchè mi ha riportato indietro nel tempo quando in uno dei tanti viaggi con papà siamo andati nella riserva dei Navajo. Mi ricordo che abbiamo comprato bracciali e orecchini in argento con i turchesi, i fili di piume da mettere nei capelli e i mocassini con le frange e le perline che per un certo tempo sono andati di moda anche a Milano (poi è arrivata Tod’s). Louis Vuitton però ha messo in passerella Cowboy e Indiani insieme , eppure i due mondi non sono mai andati molto d’accordo. Infatti ero solo una bambina ma ricordo che in Arizona nella riserva noi “bianchi” non eravamo proprio amati, se pensate che con la colonizzazione sono stati uccisi 100 milioni di nativi americani, un vero e proprio genocidio. Quindi forse avrei fatto o uno o l’altro, anche se tanto quelle super borse colorate non se le metteranno certamente i pochi indiani americani della next generation.

Il tema delle etnie e delle colonizzazioni è sempre fonte di dibattito e occorre stare molto attenti a come si vuole trattare il tema. In settimana sono andata a vedere una partita di pallavolo tra Allianz Vero Volley Milano e la squadra VakifBank Istanbul, mi ha invitata Chiara Garbuglia del gruppo Koelliker che ha scelto di investire nello sport. Giocava la bellissima Paola Egonu, subissata quando giocava nella Nazionale di cori razzisti. In questa occasione sono stata felice di vederla osannata come una vera star: quando toccava palla il palazzetto si incendiava con applausi a suo favore, il pubblico urlava dagli spalti il suo nome a squarciagola E G O N U!! Bella, elegante anche quando sgranocchia la sua mela tra un set e l’altro. Penso proprio che il suo essersi unita alla moda e allo spettacolo l’abbia fatta crescere, la moda ha il potere di vestirti di autorevolezza e di elevarti al di sopra delle parti.

Mi piace quando ci sono persone che finalmente riescono a superare pregiudizi, affermarsi e crescere con onestà e capacità e diventano un esempio, delle vere icone. Amo anche quando, chi fa un buon lavoro, viene ripagato. Ad esempio sono molto felice per Maria Vittoria Paolillo che ha venduto il suo brand MVP Wardrobe a J.Jardin , la holding che punta alla creazione di marchi emergenti del Made in Italy. Come scrive Chiara Bottoni su MFFashion “la holding, già proprietaria dal 2018 del marchio di borse Hibourama, ha finalizzato l’operazione grazie a un aumento di capitale al quale hanno partecipato anche investitori privati e istituzionali, secondo la formula del club deal. A seguito dell’accordo J. Jardin risulta oggi partecipata dai founder AM srl (di Massimo Di Amato e Daniele Provenziani), Maila Ferlisi e Rachele Mancini nonché da Vive srl (di Maria Vittoria Paolillo, founder di MVP Wardrobe e Fidim, holding della famiglia Rovati) oltre che Maire investments (l’investment company del family office della famiglia Di Amato), Annabel holding (family office di Nicola Bulgari), Cdp venture capital tramite il Fondo rilancio startup, Cecilia Marchesi, Astarte invest srl (holding di investitori privati tra cui Ettore Riello) e Luisa Bixio Bordonaro”. Insomma un bel gruppetto. Io ho conosciuto Fabrizio Di Amato (Presidente di Marie Tecnimont e papà di Massimo) perchè ha sposato una mia amica dell’università, “la Betty”. Se penso che lui ha iniziato la sua attività imprenditoriale a diciannove anni con 3 dipendenti ed oggi è uno degli uomini più importanti del mondo dell’ingegneria con un Gruppo che opera con 50 società in 45 paesi, mi dico che il merito esiste. Fabrizio è stato insignito dell’onorificenza di Cavaliere del Lavoro dal Presidente della Repubblica Italiana da Sergio Mattarella e nel novembre 2021 è stato nominato Membro del Direttivo del Gruppo Regionale Centrale dei Cavalieri. Chi lo sa che un po’ di questo bel saper fare porti a grandi successi anche nel fashion!

Quel che è sicuro è che se fossi uno stilista mi farei pagare in diamanti e cercherei di vestire la nuova principessa del Brunei. Non so se avete seguito i dieci giorni di matrimonio tra il principe Abdul Mateen (che non è neanche male direi) e la principessa Anisha che per l’occasione ha indossato abiti e gioielli preziosissimi. Uno dei vestiti era firmato Zuhair Murad, stilista libanese , abbinato un paio di orecchini pendenti, un originale bouquet non di fiori ma fatto di diamanti e una tiara del valore di 11 milioni di euro con 838 brilli, per un totale di 132 carati. Mi ricordo che al matrimonio di Pierandrea e Samantha Sabbadini mi sono persa un anello con diamanti e smeraldo … pensa se la sposa si perdeva uno dei tanti diamanti indossati, chi lo trovava poteva rifarsi una vita! Non che i 5000 ospiti alle nozze ne avessero bisogno, sono certa che la maggior parte di loro ora sia a Parigi a vedersi l’alta moda per scegliere il guardaroba per i prossimi importanti eventi mondani.

Come sempre è un gran bello spettacolo Parigi, Schiaparelli ha dedicato la sfilata a Marte in onore di uno zio di Elsa, una storia di famiglia che parla di marziani. Mi vien da ridere se penso che Andrea Bocelli (almeno così ha detto a Fabio Fazio) ha chiesto al presidente degli Stati Uniti se gli Ufo esistono. Lui ha detto che ci sono cose che hanno trovato di cui non si ha una spiegazione. Quindi gli alieni ci sono? Io che lavoro nella moda posso affermare di si, oggi indossano giacca e cravatta perchè è un trend, ma sono certa presto li troverete in jeans e maxi felpone. Se volete ho una vera e propria collezione di cravatte Hermès di mio padre, lui usciva sempre formale, perchè una volta gli uomini erano molto rigorosi e quella era la loro divisa. C’è chi ti invita per un dopo cena e ti fa vedere una collezione di farfalle, io potrei far vedere le cravatte.

A proposito di padri, domenica abbiamo fatto un CARRAMBA CHE SORPRESA con la famiglia Ambrosoli, non quella del miele (anche se ho scoperto che è di famiglia) ma quella di Giorgio Ambrosoli , banchiere assassinato nel lontano 1979 a Milano da un sicario ingaggiato da Sindona. Le nostre famiglie erano amiche e noi figli, seppur piccolissimi ci frequentavamo nelle gite fuori porta. La vita per quarant’anni non ci ha più fatto incontrare ma le nostre madri si sono ritrovate ed è stato un momento di grande commozione. La storia di Giorgio, che le nuove generazioni non conoscono, va portata avanti nella memoria perchè è un racconto di valori, impegno e dedizione. Vi lascio con queste parole scritte in una lettera alla moglie Annalori (lei è un mito, ha portato avanti un’azienda di catering per 20 anni dopo la tragedia lavorando anche per Armani) ” Qualunque cosa succeda, comunque, tu sai che cosa devi fare e sono certo saprai fare benissimo. Dovrai tu allevare i ragazzi e crescerli nel rispetto di quei valori nei quali noi abbiamo creduto [… ] Abbiano coscienza dei loro doveri verso se stessi, verso la famiglia nel senso trascendente che io ho, verso il paese, si chiami Italia o si chiami Europa. Riuscirai benissimo, ne sono certo, perché sei molto brava e perché i ragazzi sono uno meglio dell’altro. Sarà per te una vita dura, ma sei una ragazza talmente brava che te la caverai sempre e farai come sempre il tuo dovere costi quello che costi […] Giorgio». Lui era un eroe borghese, con la giacca e la cravatta, un abito che non era di moda ma che aveva identità.

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