Moda

Apr 08 VOGUE #IMAGINE: LA COPERTINA BIANCA TUTTA DA SCRIVERE

Cristiana Schieppati

Vogue è un giornale che nella sua storia ultracentenaria ha attraversato guerre, crisi e atti di terrorismo. Facendo fede alla sua tradizione più nobile di non voltarsi dall’altra parte, in questo momento drammatico in cui il mondo sta cambiando per sempre, Vogue Italia ha scelto di realizzare un numero speciale, in edicola dal 10 aprile.

 

Per sottolineare il rispetto, la rinascita e la speranza per il futuro, per la prima volta nella storia internazionale di Vogue, la copertina sarà completamente bianca. Non perché mancassero le immagini, ma perché il bianco è tante cose insieme, è una pagina tutta da scrivere, come spiega il direttore nel suo editoriale.

 

“Il bianco è innanzitutto rispetto. Il bianco è rinascita, è la luce dopo il buio, la somma di tutti i colori. Il bianco è le divise di chi ci ha salvato la vita, mettendo a rischio la propria. È tempo e spazio per pensare. Anche per rimanere in silenzio. Il bianco è per chi questo spazio e questo tempo vuoto lo sta riempiendo di idee, pensieri, racconti, versi, musica, attenzioni per gli altri. Il bianco è come quando, dopo la crisi del ’29, gli abiti si fecero candidi – un colore scelto per esprimere purezza nel presente, e speranza nel futuro. Soprattutto: il bianco non è resa, piuttosto è una pagina tutta da scrivere, il frontespizio di una nuova storia che sta per cominciare”: così Emanuele Farneti, direttore di Vogue Italia.

 

Il titolo dell’operazione, e hashtag dell’iniziativa, è #imagine: un invito alla fantasia e alla speranza in un momento così difficile.

 

Il numero è caratterizzato anche dal primo grande servizio di moda nell’era del lockdown, realizzato nell’arco di una settimana in diversi paesi del mondo da oltre 40 artisti della community di Vogue Italia (fotografi, modelle, stylist, direttori creativi, make up artists) che hanno fotografato, utilizzando abiti di stagione o del proprio archivio personale, se stessi, le proprie famiglie, o gli amici lontani attraverso il computer.

 

«A tutti gli effetti è la prima fotografia che un giornale di moda pubblica del mondo nuovo – tutti lontani, nessuno da solo», spiega Farneti.

 

 

Questi i nomi che hanno aderito al progetto: Steven Klein, David Sims, Harley Weir, Oliver Hadlee Pearch, Emilie Kareh, Thomas De Kluvyer, Ibrahim Kamara, Charlotte Wales, Jack Davison, Max Pearmain, Laura Nash, Tyrone Lebon, Mert Alas, Marcus Piggott, Joe McKenna, Chris Simmonds, Larissa Hoffman, Drew Vickers, Tyler Mitchell, Roe Ethridge, Brianna Capozzi, Haley Wollens, Bella Hadid, Collier Schorr, Carlos Nazario, Ryan McGinley, Gigi Hadid, Sebastian Faena, Gray Sorrenti, Michael Bailey Gates, Glen Luchford, Paolo Roversi, Arnaud Lajeunie, Suzanne Koller, Ezra Petronio, Talia Chetrit, Andrea Artemisio, Petra Collins, Paloma Elsesser, Francesca Cisani, Willy Vanderperre, Olivier Rizzo, Rianne Van Rompaey, Isamaya Ffrench, Lindsey Wixon Young, Cyndia Harvey, Josh Olins, Stephanie Waknine e Paolo Ventura.

 

Nel numero, inoltre, filosofi, sociologi dei consumi e addetti ai lavori ragionano su come cambierà lo scenario nell’industria fashion. Tra loro Martin Hagglund, Geoff Mulgan, Francesco Morace, Carla Buzasi, Federico Marchetti, Lidewij Edelkoort, Emanuela Schmeidler, Angelo Flaccavento, Carlo Capasa, Raffaello Napoleone, Riccardo Grassi.

 

Numerosi gli stilisti che hanno contribuito al numero.

 

Alcuni di loro hanno realizzato uno sketch appositamente per Vogue Italia come regalo per i suoi lettori (Maria Grazia Chiuri, Miuccia Prada, Dolce e Gabbana, Pierpaolo Piccioli, Alessandro Michele, Donatella Versace, Francesco Risso, Michael Kors, Stella McCartney, Alessandro Dell’acqua, Paul Andrews, Daniel Roseberry e Jeremy Scott).

 

Ad alcuni designer è stato poi chiesto di raccontare l’Italia ai tempi del lockdown: Alessandro Michele e Pierpaolo Piccioli spiegano come stanno lavorando da casa alle nuove collezioni; Massimo Giorgetti, romagnolo, rievoca la stagione delle grandi discoteche, che oggi sembrano destinate a non riaprire; Fausto Puglisi, uomo del Sud, ragiona sul perché i balconi sono così importanti nel nostro immaginario nazionale; Gherardo Felloni, dall’isola del Giglio, racconta la quarantena vista da un angolo remoto e isolato del Paese.

 

Grazie all’iniziativa di «solidarietà digitale» messa in atto da Condé Nast, la copia digitale del numero di aprile di Vogue Italia è scaricabile gratuitamente.

 

 

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