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Feb 22 FALSI AMICI SU MARTE

di Carlo Sidoli

Far atterrare un veicolo su Marte si dice “ammartare”? Perché così si è sentito dire dai commentatori e si è letto, a proposito della discesa del rover “Perseverance” dell’Ente Spaziale Americano NASA sul suolo del quarto pianeta del sistema solare, avvenuta il 18 febbraio scorso. Sembrerebbe logico e accettabile, dato che ormai abbiamo omologato l’analogo “allunare” per le discese sulla Luna. Stiamo (staranno, in prospettiva) a vedere cosa succederà con Venere e Giove, ammesso che l’esplorazione spaziale si spinga fino a far atterrare anche sulle loro superfici oggetti inviati dalla Terra; ne usciranno degli “avvenerare” e “aggiovare”, decisamente discutibili? Questo indugiare su una considerazione di carattere semantico, quando si è in presenza di un avvenimento tanto importante dal punto di vista tecnico e scientifico, è la dimostrazione di quanto sia facile trasferire dallo straordinario all’ordinario anche le cose più sorprendenti, se diventano ripetitive. A molti verrà in mente la famosa storiella di Ennio Flaiano, divenuta anche una commedia, intitolata “Un marziano a Roma” e quindi, date le circostanze, molto opportuna, seppure a parti invertite. Oggi un ipotetico marziano potrebbe osservare con fare annoiato che un’altra automobile terrestre a sei ruote è arrivata sul Pianeta Rosso. In effetti “Perseverance” è perlomeno il quarto veicolo a muoversi su Marte, preceduto dai gemelli “Spirit” e “Opportunity” (ammartati nel 2004) e “Curiosity” (2012, ancora funzionante). Addirittura il quinto se vogliamo considerare anche “Sojourner” (1997), un giocattolo di 11 kg, lungo 65 centimetri, largo mezzo metro e alto 30 cm, che visse tre mesi muovendosi nell’area di un campo di calcio attorno al luogo di atterraggio (pardon, ammartaggio). Perseverance, che pesa una tonnellata e ha le dimensioni di un vero e proprio veicolo abitabile, non è però l’unico mezzo di trasporto che arriva su Marte con la missione del 18 febbraio, perché esso ha come compagno un mini-elicottero o, se vogliamo, un super-drone a doppia elica controrotante, chiamato “Ingenuity”, parola che fa parte di quel settore del lessico detto “falso amico”. I falsi amici sono i termini stranieri che hanno assonanza con parole italiane ma hanno significato molto diverso. Ben noto, ad esempio, è l’inglese “test”, che significa “prova” e non ha niente a che vedere con l’italiano “testo” (libro) o anche “testa”; così, ingenuity significa ingegnosità, inventiva e anche abilità ma non certo ingenuità. Verrebbe da pensare che, come nel caso del “rover giocattolo Sojourner” (a proposito, non è un “soggiorno”, ma il nome di una famosa attivista americana e comunque in italiano significherebbe “straniero”), quando su Marte voleranno veri e propri elicotteri ci si dimenticherà che il primo oggetto volante in grado di ammartare e ripartire per un numero indefinito di volte fu Ingenuity, nel lontano 2021. Ma imitarlo su scala maggiorata non sarà cosa semplice, tanto è vero che l’effettivo funzionamento di Ingenuity è tutto da scoprire e rappresenta una “sfida” tecnologica all’interno di quell’avventura così bene iniziata di Perseverance, che è principalmente finalizzata a conoscere meglio Marte e le sue eventuali connessioni con l’origine della Vita: sul Pianeta Rosso, sulla Terra e nell’Universo. Se da un lato “staccarsi” dal suolo marziano è più facile di quanto accada a noi terrestri, perché la forza di gravità è solo un terzo, dall’altro l’atmosfera di Marte è molto rarefatta, costituita da anidride carbonica e ha una densità che è solo l’uno per cento della nostra. Si sfiorano dunque le condizioni della Luna, dove il peso è molto ridotto e la mancanza di atmosfera rende impossibile l’uso di paracadute oltre che il volo a elica; in conseguenza per allunare e alzarsi dal suolo servono i razzi. L’elicotterino Ingenuity pesa solo 1,8 kg; se ce la farà, potrà volare a 5 metri di altezza per circa tre minuti per poi ritornare presso Perseverance a ricaricare le batterie; dopo di che sarà pronto per un’altra ricognizione. Ma per l’ipotetico marziano annoiato sarà la vera novità arrivata dalla Terra.

4 risposte a “FALSI AMICI SU MARTE”

  1. Gianni Cancellieri ha detto:

    …bravo, ingegnere. Cari saluti in attesa di, assaturnare, aduranare (?), annettunare, applutonare e via che vai

  2. Giorgio Dugnani ha detto:

    Caro e vecchio (nel senso che dai tempi di 4R di anni ne son passati…) amico e collega, leggo sempre con grande interesse i tuoi attenti e precisi commenti su Chi è Chi, poi non trovo mai il tempo per ringraziarti e farti i miei complimenti per la sempre intelligente puntualità su fatti e fatterelli vari. Tolgo gli indugi in questo storico, SPAZIALE momento, W l’ammartaggio e la… perseveranza con cui si è raggiunto il risultato.
    Alla prossima, con grande piacere, Dug

  3. Carlo Sidoli ha detto:

    Ciao Gianni. S’andasse poi su Cerere…

  4. Carlo Sidoli ha detto:

    Ciao Giorgio, un abbraccio.

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