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Set 12 GP MONZA: IL COMMENTO

di Paolo Ciccarone

Mi ero sempre chiesto chi fosse l’autore della Legge di Murphy, quell’insieme di enunciati per cui se qualcosa può andare male, sei sicuro che lo farà e via di questo passo. Dopo il GP d’Italia a Monza siamo certi che l’autore ignoto siede in qualche ufficio dell’autodromo nazionale. Non si spiega diversamente un insieme di lacune, mancanze ed errori clamorosi con una figuraccia mondiale senza precedenti e questo alla faccia dei 336.647 paganti, valore che la pone al vertice della stagione mondiale come presenze. Tutta gente che ha messo mano al portafogli per assistere dal vivo a un evento unico, quello del centenario. Un evento da ricordare e non c’è dubbio che qualcuno se lo ricorderà a lungo. Tipo il microfonista, che ha fatto cilecca quando Bocelli ha cantato l’inno nazionale per i pochi intimi nel raggio di due metri dalla sua persona, perché per tre giorni il responsabile del cerimoniale, Molina, aveva chiesto delle prove microfono, ma gli era stato garantito che era tutto ok. Il sabato sera infatti, il disco messo in onda era perfetto. E sulla perfezione, infatti il catering in sala stampa ha funzionato bene e quindi perché lamentarsi? Le vie di accesso intasate? Vabbè poca cosa, l’importante è la salute. I parcheggi stampa pieni di auto di ospiti vari? Beh, sti giornalisti che si lamentano sempre, una scarpinata fa bene alla salute. La Fan Zone sequestrata? Questi giudici invadenti che devono sempre essere in prima fila. Oh, mica che qualcuno ha saltato la trafila dei permessi da chiedere, hai visto mai. In un paese normale, abbiamo detto un paese normale, lo so vi viene da ridere, qualcuno domenica sera avrebbe già presentato le dimissioni. Da noi sarà il solito scaricabarile alla ricerca del funzionario colpevole della mancata comunicazione mentre i vertici, che per loro natura dovrebbero farsi carico dei problemi, saranno ancora al loro posto enunciando un tifo incredibile, una attenzione unica a livello mondiale, un gran premio con finale polemico in cui Verstappen ha vinto in regime di safety car perché non si è riuscito a spostare una McLaren dopo 6 giri di stop. Che nella zona dove è accaduto manchi la gru perché materialmente non c’è spazio e si deve intervenire col trattore e che si debba aspettare gli ordini del direttore di gara, passa in secondo piano. Anche questo in mondovisione con commenti urlati di gare da sospendere, di qui e di là. No, spiace. Da italiano, nella gara italiana, vetrina a livello mondiale, avrei voluto uno spettacolo diverso, ammirazione da parte di tutto il mondo invece che sentirsi dire i soliti italiani. Non lo meritiamo, ma se è andata così è perché qualcosa nella catena di comando non ha funzionato, lacune evidenti, vergognose. Si sono salvate le frecce tricolori, orgoglio nazionale e il sorvolo dell’airbus 350 di Ita Airways coi colori nazionali e dedicato a Enzo Ferrari, che da lassù chissà come ha smoccolato di fronte all’ennesimo errore di strategia con Leclerc e a una organizzazione che andrebbe perlomeno rivista a partire dai vertici. Ma siamo in Italia e si parlerà solo di un’altra grande giornata di trionfi e il solito giornalista rosicone, che per giunta vuole difendere chi ha pagato caro il biglietto e si è preso pesci in faccia, che vada altrove. Qui non si muove foglia che qualcuno non voglia. Amen.

Una risposta a “GP MONZA: IL COMMENTO”

  1. Heribert Stohr ha detto:

    per 300 euro mi offro a cantare l’Unione in play back il prossimo anno

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