Moda

Dic 11 MILANO NON E’ IBIZA

di Cristiana Schieppati

Quando ero piccola aspettavo il 7 dicembre per andare alla fiera degli Oh Bej! Oh Bej!. Vicino alla basilica di Sant’Ambrogio c’erano le bancarelle di prodotti tipici natalizi, artigianato, cose buone da mangiare. Era l’occasione per fare la milanese a Milano. Oggi questo bell’appuntamento è stato surclassato dalla fiera dell’Artigianato che vede più di 2500 espositori da tutto il mondo offrire le loro prelibatezze, ma bisogna andare Rho Fiera e già mi sembra che non sia più la stessa cosa. Restano delle bancarelle in zona piazza Castello che più che un appuntamento atteso, sembra di essere sul lungomare di Rimini.

Milano è più come la descrive Fabiana Giacomotti su il quotidiano Il Foglio. Raccontando la Prima della Scala la giornalista scrive “La platea si alza in piedi solo per Liliana Segre, l’unica figura istituzionale riconosciuta, ma dopo l’inno non rivolge il suo applauso al palco d’onore.  In sala nessun politico internazionale, nessuna allure di respiro. L’appuntamento culturale milanese più importante dell’anno perde lustro” .

Si, Milano ha perso il fascino che aveva conquistato con Expo e oggi è diventata la città dei balocchi, descritta da Carlo Collodi nel trentesimo capitolo del romanzo Pinocchio. «Lì non vi sono scuole, lì non vi sono maestri, lì non vi sono libri. In quel paese benedetto non si studia mai.”. Ci sono però gli aperitivi, quelli si, che per chi viene “da fuori” rappresentano una cena a 10 euro.

Metti poi un albero non convenzionale in Galleria Vittorio Emanuele e si scatena l’inferno social. L’albero di Gucci ha turbato i digital creator che, a quanto pare, pur usando mezzi moderni, restano attaccati ad una comunicazione tradizionale sotto le feste. Buon per Gucci che si è fatto una bella pubblicità visto che il nome è circolato ovunque, anche grazie al video dell’inaugurazione che ha visto Anna Dello Russo pigiare il golden buzzer e dire con il suo accento pugliese “E mo come mai non si accende?” . Lo stesso sindaco Beppe Sala ha detto che “è un po’ strano come albero”, ma alla fine poco importa, il Comune ha fatto cassa.

Sempre il primo cittadino è stato criticato per il suo mancato discorso alla consegna degli Ambrogini d’Oro, l’imbarazzo del premio a Pucci ha oscurato tutti gli altri 41 vincitori, uno tra questi quello a Giuseppe De Bellis direttore di Sky TG24 che, si legge nelle motivazioni, “ha scelto Milano per la sua crescita professionale e che dalla carta stampata di quotidiani e periodici è arrivato a Sky Sport per poi salire al timone di Sky TG24, testata che proprio quest’anno festeggia 20 anni e che guida dal 2019”. Si perchè oramai gli Ambrogini non li conquistano più i milanesi doc: mi ricordo quando lo aveva preso Barbara Vitti e di come era felice che la sua città le offrisse questo riconoscimento. Tempi che cambiano.

La Prima della Scala, in scena quest’anno il Don Carlo di Giuseppe Verdi, con la regia di Lluís Pasqual con il mio amico Luca Salsi nel ruolo di Rodrigo, Marchese di Posa io l’ho seguita attraverso la cronaca live di Gian Luca Bauzano per il Corriere della Sera, elegantissimo e sempre competente e mi sono guardata la gallery con le sue pagelle dei look (Gian Luca venerdì 15 dicembre alle ore 18,30 modera la presentazione del libro Ciak si sfila di Grazia d’Annunzio e Sara Martin presso l’arabesque Design Gallery & Librairie in corso di Porta Vittoria a Milano). Mi sono piaciute Laura Morino Teso ( che tra l’altro settimana prossima festeggia il suo compleanno e i 30 anni della sua agenzia) e Alessandra Repini, la signora Cenacolo, entrambe vestite dalla grande Raffaella Curiel che ha commentato all’Ansa “Se anche per un’occasione come la Prima si mettono i vestiti di dieci anni fa l’Italia non può ripartire”, facendo notare che molte signore non erano vestite con abiti creati per l’occasione (e non è certo una questione si sostenibilità).

Mi è piaciuta anche Maria Mantero che ha indossato un abito con cappa bianca e cappuccio creato da Antonio Marras e che in molti hanno pensato fosse una contestazione pro Palestina. “La serata più che un omaggio al canto lirico italiano,  che tra l’altro ha anche ottenuto il riconoscimento Unesco come patrimonio immateriale dell’umanità, è stata dominata da un forte disagio interpretativo. Ho visto gente con il cappello da cowboy, magliette con frasi provocatorie, abiti rossi per sostenere le donne, una gran confusione” mi confida Maria. I ben informati mi dicono che ci sono stati momenti di grande imbarazzo a partire dal free drink che, come in discoteca, doveva essere richiesto on line se no non si aveva diritto a bere. A dare lustro sempre il signor Armani che, seppure non presente, ha fatto arrivare insieme alla nipote Roberta l’attore francese Luis Garrel (quanto mi piace!) e Pedro Almodovar, già in Italia per le riprese di un film, unico ospite internazionale di rilievo oltre alla cantante Patti Smith che in fatto di look non vorrei commentare. Come dice il mio amico Dino che incontro al mattino mentre bevo il caffè al bar “era meglio quando tiravano le uova alle signore in pelliccia in piazza della Scala, era più divertente”. Vallo a dire a Ornella Vanoni e alle sue espressioni sconfortate finite su Trash Italiano.

Nessun influencer alla Prima, erano tutti in montagna tra Sankt Moritz e Cortina a consumare i panettoni griffati. Si perchè la moda è riuscita anche a disperdere la tradizione del buon panettone milanese. Ora ci hanno messo la confezione griffata, una volta si facevano lavorare le pasticcerie di quartiere, oggi lavorano i laboratori fuori città che producono e poi mettono l’etichetta. Tanto vale comprare quello dell’Esselunga, dico io, che tanto lo hanno classificato al primo posto.

Per fortuna ci sono ancora della cose che fanno brillare gli occhi, come i tesori della gioielleria Pennisi che ha celebrato i suoi 50 anni a Palazzo Serbelloni, mettendo in esposizione i gioielli amati anche da Rihanna e Madonna, installazione curata da Paula Cademartori che (pure lei) da quando l’ho messa in copertina sta lavorando tantissimo e tra poco convolerà anche a nozze (W la sposa !) . E visto che i diamanti sono i migliori amici di una donna, la gioielleria Sabbadini ha inaugurato il nuovo atelier in via Sant’Andrea. La più elegante era Samanta, moglie di Pierandrea, che ha anche una sua collezione di gonne che vanno a ruba tra le ragazze della Milano bene.

Io sto aspettando che qualcuno inizi a creare l’outfit per la Madonnina, che vestirla Dolce & Gabbana secondo me è un attimo e poi facciamo cantare a Sfera Ebbasta in duetto con Tananai un remix di ” O mia bela Madunina ” ….Ma Milan l’è on gran Milan…

Una risposta a “MILANO NON E’ IBIZA”

  1. Rita Camelli ha detto:

    😂😂😂😂😂

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